SERVIZIO: COME?

 

 

Con pazienza 

 

Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente, accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia (1).

 

Seguendo le proprie inclinazioni 

Si serve meglio seguendo le proprie inclinazioni (2).

Si inizia a servire per danaro; ciò prepara al servizio per amore del servizio. Ci vuole del tempo per trasformare un servo di mammona in un servitore dell'amore! (3).

 

Con fedeltà 

Dobbiamo compiere con fedeltà ogni nostro dovere quotidiano prima di poter essere fedeli nel lavoro spirituale (4).

 

Cogliendo le opportunità 

Dio dà a tutti i semi delle opportunità di servizio, ma è nostro dovere coltivarle, nutrirle e prenderne cura nel suolo dell'amorevole gentilezza (5).

 

Dando l’esempio 

L'azione parla più della parola. Agite, agite, agite! (6).

Il valore di una persona si misura con il servizio che essa rende all'umanità (7).

Quando smetterai di voler riempire la tua coppa di felicità, ed inizierai a riempire quella degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena (Paramansa Yogananda).

 

Vivendo gli insegnamenti 

Chi consacra la sua vita e segue i dettami dello spirito, anche se non ha tempo per gli impegni da assolvere nella vita sociale, scoprirà che la legge di compensazione provvederà a ripagarlo ampiamente del tempo speso o del danaro offerto. Se lavoriamo per la grande causa i nostri impegni saranno assolti comunque... Anche senza la nostra opera (8).

A chi più è stato dato più sarà chiesto. Se non viviamo gli insegnamenti noi incorreremo in una grave responsabilità (9).

 

Con semplicità 

A volte un martirio che supera quello di certi Santi è il fare le piccole cose, che nessuno nota, e sacrificare se stessi nel semplice servizio agli altri (10).

Anche nei tempi antichi un servizio fatto volontariamente dai sacerdoti devoti piaceva alla divinità più del sacrificio degli animali (11).

 

Non cercando riconoscimenti 

I veri grandi uomini sono coloro che servono nobilmente e incondizionatamente tutta l'umanità. Essi si valgono della fede, della perseveranza e della volontà, acquistate durante le passate esistenze, per l'attuazione dei loro propositi (12).

Il servizio disinteressato è l'ideale Rosacrociano (12).

Amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che abusano di noi è una politica che dà sempre dei buoni risultati (13).

Può essere nobile morire per una grande causa ma lo è di più vivere una vita di autosacrificio a favore degli altri (14).

Dobbiamo porre il nostro cuore nelle attività che portano aiuto agli altri. "Fai del bene a tutti senza curarti di ciò che essi fanno a te" (15).

L'uomo nuovo è affettuoso e compassionevole, rinuncia al proprio profitto in favore degli altri, è intuitivo e le sue motivazioni sono sempre pure poiché si sente strumento docile di Dio, cioè del Sé onnipresente (Dalai Lama).

Fintanto che esisterà lo spazio, e con esso le creature viventi, possa anch'io concorrere a cancellare i dolori del mondo (Dalai Lama).

 

Diffondendo gli Insegnamenti (16) 

Aiutare nella diffusione degli Insegnamenti Rosacrociani rappresenta un dovere personale di ogni studente. Essi sono stati dati dai Fratelli Maggiori, i custodi della saggezza occidentale, a Max Heindel con la condizione che egli rimanesse diligente nel compito di diffonderli così come era stato costante nel suo sforzo per trovarli. Naturalmente la stessa regola si impone a noi e pertanto siamo tenuti a diffondere ciò che abbiamo ricevuto e che costantemente riceviamo.

Quali sono le azioni che dovremmo intraprendere a tale scopo? È forse necessario che noi arriviamo a poter attingere le informazioni direttamente dai piani spirituali prima che possiamo offrire i nostri servizi?

No! Vi è la necessità di ogni più umile e piccolo sforzo. Non si dimentichi che furono i rozzi attrezzi dei primi artigiani che hanno permesso lo sviluppo delle meravigliose tecniche dei nostri giorni.

Contribuire a disseminare l'insegnamento con l'esempio della nostra vita è la prima possibilità da prendere in considerazione. La gente ci giudica conformemente al nostro operare e l'Associazione Rosacrociana stessa acquista, o perde prestigio, in funzione del nostro agire. Coloro che ci circondano ci conoscono dalle nostre opere ed è dai frutti delle medesime che siamo valutati.

La seconda possibilità da considerarsi è quella di fondare dei gruppi di studio locali. Anche in questo caso i partecipanti devono sempre tener presente che il gruppo è un insieme di persone e sono le modalità di vita e di pensiero delle medesime che qualificano, o squalificano, il gruppo stesso. La partecipazione alle attività dovrà essere dignitosa, fattiva e fedele in modo che il gruppo stesso diventi un punto focale di entusiasmo, conoscenza ed energia spirituale.

Quando appropriatamente condotti questi gruppi locali diventano come un magnete e sono in grado di attirare coloro che abbisognano aiuto. Tutti coloro che ne hanno la possibilità dovrebbero formare dei gruppi in quanto è nell'unione che può crearsi la forza.

Nell'opera di diffusione tenere presente che i nostri insegnamenti sono completi, essendoci stati dati da una fonte che li ha sperimentati e messi in pratica: ogni tanto va bene forse aggiornare il linguaggio, ma nella loro essenza non hanno bisogno di essere completati da apporti od integrazioni esterne ed estranee. È anche necessario ricercare un certo equilibrio, all'interno dei gruppi, fra le attività di tipo devozionale e quelle di tipo intellettuale: quando manca una delle due qualità fatalmente si finisce per uscire dal filone principale della Scuola Rosacrociana.

Un buon sistema è quello di alternare in ogni riunione o lettura momenti con entrambe le caratteristiche (Max Heindel inseriva spesso poesie nei suoi scritti), come pure se possibile equilibrare presenze maschili e femminili nelle riunioni.

Per quanto riguarda il nostro apporto personale nell'offrire gli insegnamenti dovremmo innanzitutto curare la nostra preparazione in modo da essere in grado di rispondere ad ogni eventuale domanda o richiesta di chiarimenti. Max Heindel esorta a destare l'interesse altrui in modo che vengano suscitate domande e informazioni.

Il tutto deve però essere fatto indirettamente, perché non si deve mai imporre la nostra filosofia sugli altri. Noi dovremmo fare soltanto degli accenni per destare, nell'ascoltatore, la sensazione che noi abbiamo delle informazioni riguardo ad argomenti di alto livello.

Se il nostro interlocutore è pronto per questo tipo di messaggio non mancherà di porre delle domande per ottenere ulteriori delucidazioni. Da quel momento noi potremo proporre la Filosofia Rosacrociana e procedere fintanto che le nostre parole ci sembreranno comprese e recepite.

È comunque necessaria una certa cautela, perché si corre il rischio che il nostro entusiasmo ci spinga a presentare troppo materiale e che l'altra persona ne venga letteralmente sopraffatta con il conseguente insorgere di qualche timore che può pregiudicare l'interesse stesso.

Gli interessi delle persone sono molteplici. Alcuni vogliono conoscere i fatti della reincarnazione, altri sono curiosi per i fenomeni della chiaroveggenza ed altri ancora si entusiasmano quando sentono parlare delle influenze planetarie, del Cristo visto esotericamente o della legge di causa ed effetto. Bisogna cercare di raggiungere l'interesse delle persone passando dai loro problemi personali.

È molto importante che, presentandosi l'opportunità, non si manchi di proporre l'esercizio della retrospezione serale in quanto esso è un notevole mezzo di evoluzione e, visto che siamo sull'argomento, non dimentichiamo che tale esercizio compete pure a noi.

Le persone che hanno dei problemi sono più sensibili agli insegnamenti inerenti ai regni spirituali. Coloro che hanno successi mondani sono invece abbastanza impermeabili a tali messaggi. Anche la Bibbia, al proposito, indica che dobbiamo aspettarci dei seguaci tra coloro che sono soli o tribolati e coloro che hanno un pesante fardello da portare. Queste persone spesso sono insoddisfatte, arrabbiate, demotivate e non sanno dove rivolgersi per ricevere un poco di conforto. Esse pregano affinché possano ottenere sollievo ed è un nostro privilegio, nonché una grande responsabilità, poter tendere loro una mano.

D'altro canto non bisogna invece disturbare coloro che sono soddisfatti del modo in cui vivono o non dimostrano interesse per le nostre parole.

Un altro modo di disseminare gli insegnamenti consiste nel non vergognarsi nell'aderire ai dettami della nostra filosofia. Il pudore umano non dovrebbe mai farci indietreggiare dal sostenere che siamo vegetariani e non beviamo alcolici, che evitiamo vestiti che costano il sacrificio della vita di altre creature, che siamo contrari alla guerra ed alla violenza, che consideriamo l'ipnotismo come un vero e proprio assalto mentale e che siamo contro ogni forma di medianica o di modi negativi per ottenere lo sviluppo di facoltà psichiche o spirituali, quali, ad esempio, sfera di cristallo, bicchierino, e così via.

Queste nostre convinzioni non devono però ferire in nessun modo il nostro prossimo. Noi le dobbiamo presentare in modo calmo e naturale, evitando la pretesa che gli altri debbano adattarsi ad esse o comunque accettarne la validità.

Max Heindel dice che non vi è crescita animica nel fare soltanto ciò che ci compete. Egli continua dicendo che difficilmente una giornata volge al declino senza che ci sia stata presentata almeno una opportunità di seminare qualche rudimento della nostra dottrina. Noi dobbiamo perciò essere all'erta per utilizzare nel modo migliore le eventuali possibilità che ci venissero offerte.

Passiamo ora ad esaminare la disseminazione della letteratura. Ciascuno di noi può fare qualcosa a tale proposito. Fate presente al Centro di appartenenza che avete il desiderio di disseminare gli insegnamenti e vi verranno forniti dei pieghevoli di facile lettura ed adatti per presentare la nostra dottrina in modo semplice ed attuale. Potete anche prestare una copia della Cosmogonia o regalarla a qualche biblioteca o Istituzione, dove possa essere consultata dai frequentatori.

Se pensate che un conoscente possa essere interessato a frequentare le attività del gruppo di studio locale non trattenetevi nell'estendergli un invito e se l'interesse si dimostra profondo esponetegli la possibilità di frequentare i corsi per corrispondenza.

A volte l'argomento più affascinate è l'Astrologia con il suo dialogare sul carattere, le malattie, le predisposizioni ed altro ancora. È però doveroso evidenziare il fatto che la scuola non considera l'Astrologia, ma bensì la filosofia, come argomento più importante.

Ogni settimana, nel nostro bel rituale, leggiamo che noi dovremmo dare agli altri ciò che abbiamo con coraggio e letizia. Quanto esposto finora ci fornisce una traccia affinché questo proponimento possa divenire attuale. Noi non dovremmo mai aspettarci che la Sede Centrale o i Centri italiani coprano tutte le esigenze dell'Associazione.

Ognuno di noi dovrebbe sentirsi coinvolto in quest'opera di disseminazione e, qualora lo facesse, l'Associazione riceverebbe un notevole impulso di studenti e di rinnovato entusiasmo. Non si dimentichi che nel fare il lavoro descritto, in modo dedicato e laborioso, non solo diventiamo uno strumento di aiuto ma ci poniamo in una condizione attiva nei riguardi della legge di causa ed effetto la quale, in conseguenza, inizierà a lavorare per noi, anziché contro di noi, come forse è successo nel passato.

È anche saggio ricordare gli ammonimenti evangelici: "non sappia la mano sinistra ciò che compie la destra" ed "ogni operaio è degno della sua mercede". Essi indicano che il compenso che noi riceveremo dal nostro lavoro è relazionato al motivo che ci ha spinto a compierlo. Se il motivo è l'apprezzamento dei nostri simili, un guadagno materiale o la speranza di riavere indietro i favori fatti abbiamo già ricevuto la nostra ricompensa ed avremo accumulato un ben piccolo credito sul nostro conto nel Regno dei Cieli.

 

Riferimenti Bibliografici 

 1. San Paolo, Romani 2:5-8.

 2. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 75.

 3. Ibid.

 4. Max Heindel, Il cristianesimo dei Rosacroce.

 5. Max Heindel, Gleaning of a mistic. pag. 183.

 6. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 2.

 7. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 26.

 8. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 79.

 9. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 40.

10. Max Heindel, Iniziazione antica e moderna.

11. Ibid.

13. Max Heindel, Gleaning of a mistic. pag. 118.

14. Max Heindel, Lettera agli studenti n. 67.

15. Max Heindel, Lettera ai probazionisti n. 62.

16. Pieghevole della Rosicrucian Fellowship, Oceanside, Ca, USA.

 

 

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