Meditazione

 

LaMeditazione

di Max Heindel

 

Discutiamo ora il soggetto della Meditazione che fa parte di ogni insegnamento spirituale ed è della massima importanza nella ricerca della verità. Si affaccia subito questa domanda: Come deve compiersi l'esercizio della meditazione per l'aspirante alla verità, nelle sue ricerche sui misteri della natura?

Questo esercizio è il mezzo indispensabile a colui che cerca l'oro dello Spirito. Egli è, in realtà, come un minatore che perlustra le ricchezze spirituali, non in vista di una soddisfazione materiale per la quale migliaia di anime hanno sacrificato la loro vita oppure lunghi anni di lavoro, ma alla ricerca, quale l'aspirante alla verità, di un oro ben più prezioso, di valore incommensurabilmente maggiore, l'Oro dello Spirito.

Come occorre che il minatore sia forte, vigoroso, idoneo a sopportare le fatiche e le tribolazioni relative al suo lavoro, così occorre che il minatore d'oro dello Spirito, sia provvisto di un corpo fisico del quale abbia la padronanza. Deve averlo purificato mediante il suo modo di vivere, deve procurargli un'alimentazione sana che conservi puro il suo sangue e assicuri il buon funzionamento dei suoi organi.

Il cercatore d'oro della verità, può ricercare tutte le organizzazioni, tutti i campi intellettuali, assistere a conferenze di valenti oratori, pagare cospicuamente lezioni di istruttori rinomati, oppure sedersi ai piedi di maestri sapienti e riposare all'ombra della loro sapienza. Stando a contatto con essi può sentirsi esaltato, elevato fino al settimo cielo.

Se il suo corpo ed il suo spirito non vibrano però all'unisono della verità che egli cerca, se egli è ancora vincolato al materialismo o se, pervaso dall'egoismo, accetta senza dare nulla di sé, quando uscirà dalle conferenze, dalle lezioni, dalle comunicazioni intellettuali o spirituali, perderà presto tutto quanto desiderava acquisire. Ciò accade perché né il suo corpo né tanto meno il suo spirito, erano all'altezza degli insegnamenti troppo elevati per lui, i quali possono essere assimilati, solo grazie ad uno strumento qualificato a ricevere le verità spirituali.

"Beati i puri di spirito, perché vedranno Dio"

Esempio concreto, è che se vogliamo procurarci dell'acqua pura dobbiamo disporre di un recipiente scrupolosamente pulito. In caso contrario tale recipiente, anche se immerso nella più pura sorgente, non potrà contenere che un liquido contaminato.

Il Cristo Gesù, recatosi alla fontana, parla alla Samaritana di un'acqua viva: "Chiunque beve quest'acqua", disse indicando l'acqua del vaso "avrà ancora sete; ma colui che berrà dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete. L'acqua che gli darò diverrà in lui sorgente d'acqua che scaturirà, fino alla vita eterna". Ogni aspirante alla verità ha sete di quell'acqua viva di cui parla Gesù Cristo, di quella verità spirituale che è ovunque, ma che pochissimi sono in grado di trovare; che è in ogni cosa, ma che pochissimi sono capaci di prendere.

Ma perché l'uomo ha perso quanto un tempo ha posseduto? Perché si è allontanato dalla verità?

Nei lontanissimi tempi della sua evoluzione era inconscio delle altezze spirituali. Questa facoltà è stata persa, questo potere è stato sacrificato sull'altare dei piaceri dei sensi fisici, che lo ha allontanato dai regni celesti, i quali ora, egli brama raggiungere nuovamente. Egli deve ricostruirsi questi sensi sottili, ora profondamente immersi nella materia, al prezzo di una volontà inflessibile e di incessanti sforzi. Come il minatore, deve ispezionare e perseverare.

L'uomo carnale deve essere vinto. Non però come alcuni istruttori pretendono, negando le indisposizioni del corpo fisico che la materialità procura, ma curandole. Non affermando cose non acquisite, ma chiedendo di essere portati ai regni spirituali con mezzi legittimi, poiché la violazione di questi sacri luoghi senza aver prima realizzato "l'abito nuziale", costituisce un atto riprovevole.

Il padrone di casa scaccerà presto l'intruso, ignominiosamente. Nella "Cosmogonia dei Rosacroce" viene detto che: "siccome il corpo del desiderio e la mente non sono ancora ben organizzati, non possono essere utilizzati come veicoli separati di coscienza. Il corpo vitale non può abbandonare il corpo fisico, in quanto vi sarebbe rischio di morte. È quindi evidente, che bisogna adottare alcune misure per procurarci un veicolo organizzato, che sia fluido, e costruito in modo da assolvere le necessità dell'Ego nei mondi interni, come è il caso del corpo fisico nel mondo fisico". Per confezionare questo abito nuziale, il corpo-anima, occorre innanzitutto che l'aspirante impari a concentrarsi. Deve essere capace di controllare, in una certa misura, i suoi pensieri e conservarli a lungo su un medesimo soggetto o oggetto, per arrivare a rappresentarseli nello spirito. Il primo passo, consiste nell'acquisizione di un certo grado di controllo e padronanza dei propri pensieri durante la concentrazione. Quando l'aspirante è riuscito ad evitare che i suoi pensieri si disperdano, può affrontare il secondo passo: la meditazione.

La meditazione consiste nel conservare un ideale davanti agli occhi dello spirito, di studiarlo in ogni senso fino a che, diventato una realtà, si sviluppa, e lo spirito comincia a percepire tutto quanto si riferisce a questo ideale evocato prima della concentrazione.

Se la concentrazione e la meditazione sono accompagnate dalla preghiera, costituiscono allora degli strumenti potentissimi e sicuri per lo sviluppo delle qualità latenti dello spirito. Usandoli in una vita vissuta in purezza e abnegazione, servendo l'umanità come meglio possibile, l'aspirante non può mancare di raggiungere lo scopo che si prefigge.

Uno degli ostacoli più comuni, uno dei pericoli maggiori sul Sentiero, è di lasciarsi intrappolare dalle piccole meschinità della vita: critiche immeritate, osservazioni sgradevoli, sentimenti di gelosia che ci circondano. Queste piccole cose hanno grande importanza e sono altrettante tentazioni, cioè altre occasioni da vincere, sul cammino della preparazione.

L'aspirante deve coltivare la ponderazione: deve sforzarsi di restare calmo davanti ai fastidi piccoli o grandi della vita quotidiana. Deve anche sorvegliare i propri pensieri, i propri sentimenti. Il sentimento di malevolenza contro una persona, per la quale non si ha simpatia, viene a tentarci. È il momento di porre l'alto là. "Vegliate incessantemente: è più facile soccombere nelle piccole cose che nelle grandi prove".

È vero, che avviandoci sul Sentiero dello sviluppo spirituale acceleriamo il nostro lavoro evolutivo, mettendo in gioco i nostri debiti di destino, il pagamento dei quali, nel solito incedere della vita sarebbe stato dilazionato. Non possiamo sottrarci dal fare riparazione per ogni cattivo pensiero, parola ed azione commessa in questa vita o nelle precedenti esistenze; "dobbiamo pagare fino all'ultimo centesimo" ed è preferibile, quando se ne ha la forza, di farlo in un sol colpo.

Una volta informato sulla natura di Dio, delle leggi universali e della conoscenza di se stesso, l'aspirante sarà in grado di non crearsi più dei nuovi debiti di destino: "l'uomo libero sarà padrone della sua vita, e non più schiavo del proprio ambiente".

La filosofia Rosacroce, insegna che l'uomo è una scintilla del proprio Padre divino, del quale possiede tutte le prerogative, che egli fa il suo tirocinio di dio in divenire, mediante le esperienze provate entro il corpo fisico; il destino dell'uomo è di diventare puro e santo come il suo creatore: si metta dunque immediatamente all'opera ed eserciti le sue qualità, si applichi allo studio di se stesso, cerchi la scintilla divina che ha tenuto per così lungo tempo celata, e consenta infine, che essa si esprima.

Sappiamo che la mente è la congiunzione fra l'uomo fisico e l'uomo spirituale, che è mediante il cattivo uso della mente che l'uomo diviene degenerato. Ma noi sappiamo anche che lo spirito dell'uomo è nutrito dall'anima, dalla assimilazione delle esperienze della sua vita, dall'espansione della propria coscienza. Se l'uomo inizia a controllare i suoi pensieri praticando la concentrazione, se applica la meditazione su concetti elevati, riempirà la sua vita di pensieri costruttivi.

Per rendere la propria vita una preghiera continua, non occorre inginocchiarsi davanti ad un altare, ma fare dei propri pensieri e delle proprie azioni una sottomissione continua alla volontà di Dio. Il Dio interno allora, comincerà ad esprimersi, e quando la concentrazione, la meditazione e la preghiera saranno diventate dei fattori viventi nella sua vita, non avrà più bisogno di cercare al di fuori quest'acqua viva di cui parla il Cristo, perché sarà divenuto egli stesso, una sorgente d'acqua vitale, alla quale verranno a dissetarsi tutti coloro che avranno necessità di aiuto spirituale.

Mabel Collins ha giustamente detto: "Solo colui che ha acquisito la conoscenza della sua anima è un profeta, perché solo le anime possono leggere le anime".

 

Per alcune Meditazioni guidate, clicca qui