Il Servizio

Sir Launfal

da "La Cosmogonia dei Rosacroce" di Max Heindel

 

Dovremmo metterci bene in mente che il potere di dare non riguarda solo le persone danarose. Il distribuire denaro indiscriminatamente può anche essere un male. È bene dare denaro per uno scopo della cui bontà siamo convinti, ma il servizio è mille volte migliore. Come dice Whitman [1]:

- Ecco! Io non do conferenze o una piccola elemosina; quando io do, do me stesso.

Uno sguardo amorevole, l'espressione della nostra confidenza, un aiuto affettuoso e pieno di simpatia, sono doni alla portata di tutti. Inoltre dovremmo specialmente aiutare l'infelice ad aiutare se stesso fisicamente, finanziariamente, moralmente o mentalmente e non portarlo a dover dipendere da noi o da altri.

Questa etica del dono di sé che produce nel donatore l'effetto di una lezione spirituale è resa con molta evidenza nella «Visione di Sir Launfal» del Lowell [2]. Il giovane ed ambizioso cavaliere, Sir Launfal, vestito di brillante armatura e cavalcante un superbo destriero sta partendo dal suo castello alla ricerca del Santo Graal. Splende la croce sul suo scudo, simbolo della bontà ed amorevolezza del nostro dolce e umile Salvatore, ma il cuore del cavaliere è pieno di orgoglio e di superbo disdegno verso i poveri ed i bisognosi. Incontra un lebbroso che gli chiede l'elemosina ed egli con cipiglio sprezzante gli getta una moneta come si potrebbe gettare un osso ad un cane ma,


Il lebbroso non raccolse l'oro dalla polvere,

« Preferisco il tozzo di pane del povero,

Preferisco la benedizione del povero,

Anche se torno a mani vuote dalla sua porta.

Non è vera elemosina quella che solo la mano può afferrare;

Dà solo dell'oro senza alcun valore

Colui che dà per un senso di dovere;

Ma colui che dà pur avendo ben poco,

E dà a colui che è invisibile -

Quel filo di bellezza ineffabile

Che tutti pervade e tutti unisce, -

Non vede la mano che non può contenere tutta la sua elemosina,

Ma un cuore che stende le sue palme ansiose,

Perché un Dio accompagna quella elemosina e la rende abbondante

Per l'anima che prima languiva nelle tenebre ».


Al suo ritorno Sir Launfal trova che un altro si è impossessato del suo castello, ed egli ne viene scacciato.


Era un vecchio curvo, stanco e fragile

Quando tornò dalla ricerca del Santo Graal;

Poco si affligge della sua casa baronale perduta,

La croce non ornava più il suo mantello

Ma portava impresso nel cuore il segno,

L'emblema dei sofferenti e dei poveri.

Ed ancora s'incontra col lebbroso che di nuovo gli chiede l'elemosina. Questa volta la risposta del cavaliere è ben diversa.

E Sir Launfal disse: « Io contemplo in te

L'immagine di Colui che morì sulla croce

Tu pure hai avuto la tua corona di spine,

Tu pure hai ricevuto gli schiaffi e le ingiurie del mondo,

Ed alla tua vita non furono negate

Le ferite alle mani ed ai piedi ed al costato;

Mite Figlio di Maria, riconoscimi;

Ecco, per suo mezzo, io do a Te!

Un lampo negli occhi del lebbroso manifesta ricordo e riconoscimento, e

Il cuore in lui era cenere e polvere

Divise in due parti l'unico tozzo di pane,

Spezzò il ghiaccio sull'orlo del ruscello,

E dette al lebbroso da mangiare e da bere.

Avviene una trasformazione:

Il lebbroso non era più curvo al suo fianco

Ma si ergeva davanti a lui glorificato, [...]

[...] E la Voce che era più dolce del silenzio disse:

« Ecco, sono Io, non temere!

In molti paesi, senza profitto

Tu hai arrischiato la vita per il Santo Graal;

Guarda, Esso è qui! Questa coppa che tu

Hai riempita al ruscello per me or ora;

Questo tozzo di pane è il mio corpo spezzato per te,

Quest'acqua, il sangue che sparsi sulla croce;

La Santa Cena è celebrata in verità,

In tutto ciò che dividiamo con il bisogno d'un altro

Non ciò che diamo, ma ciò che dividiamo importa

Perché il dono senza il donatore è sterile;

Chi con la sua elemosina dona se stesso nutre tre persone:

Se stesso, il suo prossimo affamato e me ».

 



[1]  Walt Whitman, poeta americano. Morì nel 1892.

[2]  James Russel Lowell, poeta e critico statunitense; morì nel 1891. « The Vision of Sir Launfal » è del 1848.

 

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