Il perdono dei peccati e la guarigione

 

Bisognerebbe evitare di pensare alle persone verso cui si prova odio o rancore. Esse, se non le perdoniamo, diventano i nostri padroni, ci vengono in mente quando mangiamo, rovinandoci il pasto; quando siamo a letto guastandoci il sonno; quando ci rilassiamo, riportandoci ansia ed agitazione (dr. Mario Rizzi).

La prima e più profonda forma di guarigione portataci da Cristo è il perdono dei nostri peccati. Tutte le denominazioni cristiane sottolineano il nostro pentimento e il perdono di Dio. Non v'è dubbio che Gesù è morto per i nostri peccati e che li ha portati via, a patto che noi facciamo la nostra parte e ci pentiamo. Questa è la salvezza e la guarigione al livello più profondo. Quel che però ho scoperto è quanto intimamente il perdono dei peccati sia connesso con la guarigione fisica ed emozionale. Non sono due cose separate. Al contrario, molte infermità fisiche, lungi dall'essere un segno della benedizione di Dio, sono un segno diretto del fatto che non siamo a posto con lui o con il nostro prossimo.

È provato che attriti, odi e rancori, fanno consumare molta energia vitale. Dopo aver perdonato, infatti, avremo in noi maggiori energie in grado di favorire l'eventuale guarigione e lo stato di buona salute. Il perdono fa' diventare forti i deboli; trasforma i codardi in coraggiosi; muta gli ignoranti in saggi, e fa' degli scontenti delle persone felici. Ricordate che il perdono può eliminare ciò che si era messo come ostacolo tra voi ed il vostro benessere.

"Anche il cancro è stato recentemente collegato alla sfera emotiva. Certi ricercatori notano che le vittime del cancro sono spesso persone che si sono sentite per lungo tempo prive di speranza, che hanno creduto che la loro vita fosse condannata alla disperazione. In molti casi l'inizio del male è associato con una serie di perdite schiaccianti, che alla fine inducono una persona a rinunciare completamente"1.

Anche se a volte giochiamo pericolosamente a fare gli psicologi e pensiamo che vi sia un peccato dietro un'infermità fisica, queste scoperte mostrano quanto fosse appropriata la reazione adirata di Gesù di fronte alla malattia ("Egli rimproverò la febbre"), molto più appropriata di quella di certi scrittori cristiani successivi, i quali hanno visto la maggior parte delle malattie come se fossero redentive. Lungi dall'essere redentiva, l'infermità è spesso un segno che non siamo in armonia con noi stessi e/o gli altri.

Io stesso ho avuto modo di constatare come vi sia una connessione tra molte delle nostre malattie e il nostro stato di salute spirituale e emozionale. Nel corso del mio ministero ho visto questa connessione venire alla luce in maniere impressionanti. Durante una liturgia penitenziale comunitaria sottolineai il bisogno di perdonare i nemici e quindi lasciai ai partecipanti (circa 200) il tempo di perdonare tutti coloro, che li avevano offesi. Quindi pregammo per ottenere la guarigione interiore. In nessun momento della funzione avevo accennato alla guarigione fisica.

Eppure, due persone testificarono immediatamente dopo, che erano state guarite fisicamente. Uno era un uomo, che aveva sofferto continui dolori al petto, dopo aver subito un intervento al cuore. Durante la liturgia penitenziale, quando si sentì chiedere di pensare a qualcuno che lo aveva offeso, aveva pensato al suo principale, che considerava ingiusto. Dapprima non se la sentiva di perdonarlo, ma poi, durante il tempo messo a sua disposizione, cominciò a pregare per ottenere la grazia del perdono. E in quel momento tutti i postumi dolorosi, lasciatigli dall'intervento cardio-chirurgico, scomparvero.

Una cosa simile si verificò pure nel luglio del 1973, mentre dirigevo una liturgia penitenziale a West Virginia Camp Farthest Out. Al termine una giovane donna mi avvicinò e mi disse che una ciste polinodale era guarita istantaneamente nel momento in cui ella era riuscita a pentirsi di un rancore, che covava da lungo tempo.

Questi esempi mostrano che la forma chiave di pentimento, di cui abbiamo bisogno, è quella di perdonare i nostri nemici. Ho scoperto che molti peccati non bloccano il potere sanante di Dio nella misura in cui lo blocca la mancanza di perdono. Ora capisco meglio di una volta perché mai Gesù annetta tanta importanza al perdono dei nemici, quando parla della preghiera. Egli parla di più della mancanza di perdono che non dell'ubriachezza o della lussuria. Inoltre sembra che colleghi il fatto di perdonare i nemici con la possibilità che il Padre risponda alle nostre preghiere:

"Per questo io vi dico: tutto quello che voi chiederete pregando, credete di averlo già ottenuto e vi avverrà. E quando vi mettere a pregare, perdonate se avete qualcosa contro qualcuno, affinché il Padre vostro che è nei cieli vi perdoni le vostre colpe" (Mt 11,24-25).

Una volta mi sembrava che questi passi saltassero da un argomento all'altro: in una frase Gesù ingiunge di aver fede nella preghiera, in quella successiva ci ordina di perdonare. Ora invece vedo che le due idee sono intimamente connesse. È come se l'amore salvante, sanante e perdonante di Dio non potesse fluire in noi, se noi non siamo pronti a lasciarlo rifluire verso gli altri. Se neghiamo il perdono e la guarigione agli altri, l'amore di Dio non può entrare in noi. Fa tutto parte del grande comandamento, che comprende e l'amore del prossimo e l'amore di Dio. "Amo Dio solo nella misura in cui amo il mio peggior nemico". Esiste un rapporto diretto tra la nostra volontà di amare gli altri e il ministero delle guarigioni:

"Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato, vi sarà versata in seno una buona misura pigiata, scossa e traboccante; poiché sarà usata verso di voi la stessa misura, di cui vi siete serviti" (Lc 6,36-38).

Eppure, per chissà quale ragione, sembriamo insensibili ai nostri peccati peggiori: quelli del rancore e del risentimento. Scopriamo il peccato dell'ubriachezza con la stessa sensibilità, con cui il non fumatore identifica il fumo di sigaretta rimasto nell'aria dopo il party della sera precedente, mentre non siamo altrettanto sensibili nei confronti del nostro rancore e della nostra ira.

 

Un rimedio sicuro


Il perdono può spazzare via tutti gli ostacoli che hanno impedito al benessere ed alla salute di arrivare fino a voi. Il perdono è un potente magnete da cui nessun bene può evitare di essere attratto.

Oltre a perdonare gli altri noi dobbiamo imparare a perdonare noi stessi l'autocondanna ci priva della salute e ci può causare problemi di tutti i tipi, compresi quelli finanziari.

Charles Fillmore, fondatore del movimento spirituale: "Unity" propone questa formula di perdono dicendo che questo è un trattamento mentale che è garantito per curare ogni tipo di malattia:

Ogni sera, prima del sonno, siedi per circa 30 minuti e chiedi perdono, mentalmente, a tutti quelli verso cui hai un atteggiamento negativo o antipatia. Se hai dei pregiudizi contro un animale, o ne temi la presenza, chiedigli perdono e mandagli il tuo amore.

Se hai accusato qualcuno; hai discusso duramente; hai criticato o fatto pettegolezzi; ritira le tue parole chiedendo (mentalmente) perdono alle persone offese.

Se le circostanze ti hanno portato a delle rotture con parenti (o amici) fai tutto ciò che ti è possibile per risistemare le cose.

Cerca di vedere tutte le persone come dei puri spiriti che stanno facendo delle penose esperienze in un corpo di carne. Offri loro la tua incondizionata comprensione ed i più intensi pensieri d'amore.

Non coricarti mai con la sensazione che vi siano nel mondo persone, animali, cose, o situazioni che ritieni essere tuoi nemici.

 

Una formula per perdonare


Una formula per un perdono completo dovrebbe sempre comprendere il perdono che diamo all'altro per il male che ci ha fatto, e la richiesta di essere perdonati per il male che eventualmente noi abbiamo fatto a lui. Nessuno è santo e noi abbiamo sempre una parte di colpa, magari per qualcosa che abbiamo fatto in una vita passata. Pertanto:

  • Chiama mentalmente la persona da perdonare, quindi, dille a bassa voce, con cuore aperto e animo sincero:
  • Io ti perdono__ (nome e cognome), per tutto il male che mi hai fatto, volontariamente o involontariamente, in questa vita o in quelle passate, ed affermo che il Signore, utilizzando questo mio perdono, ti perdona e ti lascia libero.
  • Ora ti chiedo perdono__ (nome e cognome), per tutto il male che posso averti fatto, volontariamente o involontariamente, in questa vita o in quelle passate, ed affermo che il Signore mi perdona e mi lascia libero.
  • Io affermo che tu sei libero e io sono libero, che il Signore ci benedica entrambi, e ci doni saggezza, pace e serenità. Amen.

Louis Hay, ammalata di cancro in fase terminale, è guarita quando ha iniziato a perdonare in cuor suo tutti coloro con cui aveva avuto un cattivo rapporto. In seguito ha scritto diversi libri di cui il primo (Guarisci il tuo corpo) che è posto in vendita con una cassetta con esercizi di visualizzazione che aiutano il processo di perdono e guarigione.

 

Note.

1. Howard R. Martha e. Lewis, Psycosomatics: How Your Emotions Can Damage Your Healing.
New York, The Víking Press, 1972, p. 7.

 

Bibliografia.

  • Padre Francis MacNutt, Il carisma delle guarigioni, Edizioni Paoline.
  • Hay, Louise L., Guarisci il tuo corpo. Armenia Editore, Roma.
  • C. Ponder, The laws of healing (Le leggi della guarigione).

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