Il Servizio del Tempio
Rituale del Servizio Devozionale che si effettua ogni domenica
presso i Centri Rosacrociani
Rif.: I Gv = 1:5,8 - 2:10,11 - 4:12,17,20,21.
1 Cor = 13:1al10,12,13.
Fil = 2:1,4al11
Il Servizio del Tempio
· Si canta l’INNO DI APERTURA
· Si scopre l’emblema e si spengono le luci, tranne quella che illumina l’emblema e quella che serve per la lettura
· Un membro legge ad alta voce il seguente servizio:
Care sorelle e cari fratelli,
ancora una volta ci siamo ritirati dal mondo materiale per entrare nel tempio vivente del nostro essere interiore, in un conclave spirituale. Per simbolizzare questo ritiro dal mondo visibile abbiamo oscurato il luogo della nostra riunione.
Noi cerchiamo la luce spirituale seguendo gli insegnamenti della Filosofia Rosa-Croce; fissiamo dunque riverentemente gli occhi sulla Croce di Rose mentre ascoltiamo il saluto rosacrociano:
Care sorelle e cari fratelli, che le rose fioriscano sulla vostra croce!
(I presenti rispondono:) E sulla tua pure!
Un solo carbone non forma un fuoco, ma quando diversi carboni vengono messi insieme il calore latente in ciascuno di essi può trasformarsi in una fiamma che emette luce e calore; conformemente a questa legge di natura ci siamo riuniti qui questa sera (oppure: oggi), affinché unendo le nostre aspirazioni spirituali si possa accendere e mantenere viva la fiamma della vera fratellanza, che è il balsamo di Galaad, unica panacea contro le miserie del mondo.
La Bibbia è stata data al Mondo Occidentale dagli Angeli del Destino, che assegnano a tutti e a ciascuno, ciò di cui si ha esattamente bisogno per avanzare nell’evoluzione. Questi Angeli sono al di fuori dell’errore, perciò se noi cercheremo nella Bibbia la luce, la troveremo certamente.
Leggiamo alcuni versetti dalla prima epistola di S.Giovanni e dalle Lettere di S.Paolo ai Corinzi e ai Filippesi, aventi per tema la fratellanza:
Dio è luce; se noi camminiamo nella luce, come Egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri. Chi ama il proprio fratello è nella luce, ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
Non si ami con PAROLE o con LINGUA, ma mediante OPERE e VERITÀ, perché se anche parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, ma non avessi l’AMORE, sarei come un bronzo risuonante e un tintinnante cembalo.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’AMORE, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi l’AMORE, a niente mi gioverebbe.
L’amore è lento all’ira, è benigno; l’amore non invidia, non procede perversamente, non si gonfia, non opera disonestamente, non cerca le cose proprie, non s’inasprisce; non tiene conto del male, non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce della verità, comprende ogni debolezza, ha la fede, spera ogni cosa, sostiene ogni cosa.
L’amore non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà, perché la nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto sparirà.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo direttamente.
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che durano: la Fede, la Speranza e l’Amore; ma di tutte la più grande è l’Amore!
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Lui è perfetto in noi.
Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.
Se uno dice: “amo Dio”, e odia il proprio fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da Lui: chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.
Se c’è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c’è conforto derivante dall’amore, se c’è qualche comunanza di spirito, non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un geloso tesoro la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana si umiliò facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù Cristo ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami che Cristo Gesù è il Signore, a gloria del Padre.
Care sorelle e cari fratelli, sforziamoci di seguire l’esempio di Cristo e vivere secondo la Sua grandezza: IL PIÙ GRANDE FRA DI VOI, SARÀ COLUI CHE SARÀ L’ULTIMO E IL SERVO DI TUTTI.
Il Servizio amorevole, altruistico e disinteressato che facciamo agli altri è il cammino più breve, più sicuro e più gioioso che conduce a Dio. Il riconoscimento dell’unità fondamentale di ciascuno con tutti, la fratellanza dello spirito, è la realizzazione di Dio. Per raggiungerla cerchiamo ogni giorno di dimenticare le inclinazioni esteriori dei nostri fratelli e di servire l’essenza divina che è occulta in ciascuno, ciò che costituisce la base della fratellanza.
Rimaniamo ora in silenzio e concentriamoci per qualche minuto sulla parola:
SERVIZIO
(Concentrazione di circa 7 minuti).
· Terminata la concentrazione, si copre l’emblema e si riaccendono le luci
· Terminata la lettura, tutti leggono la seguente PREGHIERA ROSA-CROCE:
Non ti chiedo maggior luce, o Signore,
ma degli occhi che vedano chiaramente;
Non maggiore armonia,
ma un orecchio che d’ora innanzi ascolti meglio la melodia;
Non maggior potere,
ma la facoltà d’adoperare la forza latente in ognuno di noi;
Neppure maggior amore,
ma il dono di mutare in carezza un semplice movimento d’umore;
Non maggior gioia,
ma poter meglio sentire l’aiuto e la dolcezza della Tua presenza,
per dare al mio prossimo ciò che posseggo di coraggio e pazienza.
Non Ti chiedo altri doni, o mio Dio,
ma il solo senso di ben sapere utilizzare per il meglio
i preziosi doni di cui volesti provvedermi.
Accordami di vincere la paura
e di conoscere per mezzo Tuo tutte le sante gioie:
Quella di essere l’amico che vorrei essere;
Di parlare in verità secondo la mia via;
Di amare la purezza;
Di cercare la bontà;
Di spingere con energia ogni anima ad elevarsi
verso la libera armonia, la radiosa libertà.
· Ci si alza in piedi e si canta l’INNO DI CHIUSURA
· Ammonizione finale:
Ed ora, care sorelle e cari fratelli, nel salutarci per ritornare al mondo materiale, facciamo il fermo proposito di esprimere nella nostra vita quotidiana gli elevati ideali spirituali testé ricevuti, affinché giorno per giorno si diventi sempre più degni servitori come canali coscienti nell’opera benefica dei nostri Fratelli Maggiori, al servizio dell’umanità.