Lettura esoterica della Genesi

Capitolo XXV                                                                 

La discendenza di Chetura.

 

 1 . Abramo prese un'altra moglie: essa aveva nome Chetura [1].  2 . Essa gli partorì Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach [2].  3 . Ioksan generò Saba e Dedan e i figli di Dedan furono gli Asurim, i Letusim e i Leummim.  4 . I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoch, Abida ed Eldaa. Tutti questi sono i figli di Chetura.

 5 . Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco.  6 . Quanto invece ai figli delle concubine, che Abramo aveva avute, diede loro doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.

 

Morte di Abramo

 

 7 . La durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque anni.  8 . Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati.  9 . Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Zocar, l'Hittita, di fronte a Mamre.  10 . ilo. Ilo. È appunto il campo che Abramo aveva comperato dagli Hittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara.  11 . Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roi.

 



[1] Che tura” significa “incenso”, e rappresenta il risultato dell’unione fra la natura superiore e quella inferiore, contatto fra la mente e lo Spirito.

[2]I sei figli di Chetura rappresentano l’equilibrio dei poli maschile e femminile nei dodici centri di funzionamento animico del corpo.

 

 

La discendenza di Ismaele (segue capitolo XXV)

 

 12 . Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.

 13 . Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro elenco in ordine di generazione[1]: il primogenito di Ismaele è Nebaiòt, poi Kedar, Adbeèl, Mibsam,  14 . Misma, Duma, Massa,  15 . Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma.  16 . Questi sono gli Ismaeliti e questi sono i loro nomi secondo i loro recinti e accampamenti. Sono i dodici principi delle rispettive tribù.  17 . La durata della vita di Ismaele fu di centotrentasette anni; poi morì e si riunì ai suoi antenati.  18 . Egli abitò da Avìla fino a Sur, che è lungo il confine dell'Egitto in direzione di Assur; egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.

 

Nascita di Esaù e di Giacobbe.

 

 19 . Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco.  20 . Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano l'Arameo.  21 . Isacco supplicò Jehovah per sua moglie, perché essa era sterile e Jehovah lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta.  22 . Ora i figli[2] si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?». Andò a consultare Jehovah.  23 . Jehovah le rispose:

«Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;
un popolo sarà più forte dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo[3]».

 24 . Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo.  25 . Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù [4].  26 . Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe[5]. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero.

 27 . I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende.  28 . Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe [6].

 

Esaù cede il diritto di primogenitura.

 

 

 29 . Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito.  30 . Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito» - Per questo fu chiamato Edom -.  31 . Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura».  32 . Rispose Esaù: «Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?[7]».  33 . Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.  34 . Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.



[1]I dodici figli di Ismaele rappresentano i suddetti dodici centri, o attributi animici.

[2]I due figli di Isacco rappresentano gli elementi maschile e femminile che devono equilibrarsi nell’uomo.

[3]Nel corso dell’evoluzione, il corpo del desiderio (minore dal punto di vista spirituale) fu dato all’uomo prima della mente, col risultato che quando nacque quest’ultima (maggiore dal punto di vista spirituale), si coalizzò col corpo del desiderio, e finì con il servirlo anziché essere il canale che lo Spirito avrebbe dovuto usare per controllarlo.

[4] Esaù” vuol proprio dire “rosso, peloso, uomo mortale”.

[5]“Giacobbe” significa “comprensione”, e rappresenta l’uomo spirituale.

[6]Poiché Isacco rappresenta il principio maschile e la volontà, egli ama Esaù, la natura inferiore, mentre Rebecca, che rappresenta il principio femminile e l’amore, ama Giuseppe, la natura superiore. Il principio femminile è il primo a risvegliarsi alla realtà spirituale.

[7]Fintantoché è Esaù a controllare, la natura inferiore predomina, con i suoi valori, che sono rappresentati dalle cose, effimere e passeggere. Esaù dissipa così il dono innato della Divinità interiore.

 

Capitolo XXVI                                    

Isacco a Gerar.

 

1 . Venne una carestia[1] nel paese oltre la prima che era avvenuta ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlech, re dei Filistei.  2 . Gli apparve Jehovah e gli disse: «Non scendere in Egitto[2], abita nel paese che io ti indicherò.  3 . Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre.  4 . Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra saranno benedette per la tua discendenza;  5 . per il fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi».

 6 . Così Isacco dimorò in Gerar.  7 . Gli uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli disse: «È mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «È mia moglie», pensando che gli uomini del luogo lo uccidessero per causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.

 8 . Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca.  9 . Abimèlech chiamò Isacco e disse: «Sicuramente essa è tua moglie. E perché tu hai detto: È mia sorella?». Gli rispose Isacco: «Perché mi son detto: io non muoia per causa di lei!».  10 . Riprese Abimèlech: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa».  11 . Abimèlech diede quest'ordine a tutto il popolo: «Chi tocca questo uomo o la sua moglie sarà messo a morte!».

 12 . Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse quell'anno il centuplo. Jehovah infatti lo aveva benedetto.  13 . E l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo:  14 . possedeva greggi di piccolo e di grosso bestiame e numerosi schiavi e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.

 

I pozzi tra Gerar e Bersabea

 

 15 . Tutti i pozzi che avevano scavati i servi di suo padre ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempiendoli di terra[3].  16 . Abimèlech disse ad Isacco: «Vàttene via [4] da noi, perché tu sei molto più potente di noi[5]».  17 . Isacco andò via di là, si accampò sul torrente di Gerar e vi si stabilì.  18 . Isacco tornò a scavare i pozzi d'acqua, che avevano scavati i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano turati dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.  19 . I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva.  20 . Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra![6]».

Allora egli chiamò Esech [7] il pozzo, perché quelli avevano litigato con lui.  21 . Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna[8].  22 . Allora si mosse di là e scavò un altro pozzo[9], per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò Recobòt [10] e disse: «Ora Jehovah ci ha dato spazio libero perché noi prosperiamo nel paese».  23 . Di là andò a Bersabea[11].  24 . E in quella notte gli apparve Jehovah e disse:

«Io sono il Dio di Abramo, tuo padre;
non temere perché io sono con te.
Ti benedirò
e moltiplicherò la tua discendenza
per amore di Abramo, mio servo».

 25 . Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome di Jehovah; lì piantò la tenda. E i servi di Isacco scavarono un pozzo.

 

Alleanza con Abimèlech

 

 26 . Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzat, suo amico, e Picol, capo del suo esercito.  27 . Isacco disse loro: «Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?».  28 . Gli risposero: «Abbiamo visto che Jehovah è con te e abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di noi, tra noi e te, e concludiamo un'alleanza con te:  29 . tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto da jehovah».  30 . Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero.  31 . Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace.  32 . Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l'acqua».  33 . Allora egli lo chiamò Sibea: per questo la città si chiama Bersabea fino ad oggi.

 

Le donne Hittite di Esaù

 

 34 . Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giudit, figlia di Beeri l'Hittita, e Basemat, figlia di Elon l'Hittita.  35 . Esse furono causa d'intima amarezza per Isacco e per Rebecca.

 

Capitolo XXVII
Giacobbe carpisce la benedizione di Isacco.

 

 1 . Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi».  2 . Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte.  3 . Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in campagna e prendi per me della selvaggina [12].  4 . Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io ti benedica prima di morire».  5 . Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.  6 . Rebecca disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù:  7 . Portami la selvaggina e preparami un piatto, così mangerò e poi ti benedirò davanti a Jehovah prima della morte.  8 . Ora, figlio mio, obbedisci al mio ordine:  9 . Và subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io ne farò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto.  10 . Così tu lo porterai a tuo padre che ne mangerà, perché ti benedica prima della sua morte».  11 . Rispose Giacobbe a Rebecca sua madre: «Sai che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia.  12 . Forse mio padre mi palperà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione».  13 . Ma sua madre gli disse: «Ricada su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere i capretti».  14 . Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre.  15 . Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe;  16 . con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo.  17 . Poi mise in mano al suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.

 18 . Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?».  19 . Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Alzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica».  20 . Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Jehovah me l'ha fatta capitare davanti».  21 . Ma Isacco gli disse: «Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no».  22 . Giacobbe si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù».  23 . Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e perciò lo benedisse.  24 . Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono».  25 . Allora disse: «Porgimi da mangiare della selvaggina del mio figlio, perché io ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.  26 . Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicinati e baciami, figlio mio!».  27 . Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli abiti di lui e lo benedisse:

«Ecco l'odore del mio figlio
come l'odore di un campo
che Jehovah ha benedetto[13].
 28 . Dio ti conceda rugiada del cielo
e terre grasse
e abbondanza di frumento e di mosto.
 29 . Ti servano i popoli
e si prostrino davanti a te le genti.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».

 30 . Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando arrivò dalla caccia Esaù suo fratello.  31 . Anch'egli aveva preparato un piatto, poi lo aveva portato al padre e gli aveva detto: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, perché tu mi benedica».  32 . Gli disse suo padre Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito Esaù».  33 . Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, poi l'ho benedetto e benedetto resterà».  34 . Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Egli disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!».  35 . Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la tua benedizione».  36 . Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato gia due volte?[14] Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione! [15]». Poi soggiunse: «Non hai forse riservato qualche benedizione per me?».  37 . Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l'ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho provveduto di frumento e di mosto; per te che cosa mai potrò fare, figlio mio?».  38 . Esaù disse al padre: «Hai una sola benedizione padre mio? Benedici anche me, padre mio!». Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la voce e pianse.  39 . Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:

«Ecco, lungi dalle terre grasse
sarà la tua sede
e lungi dalla rugiada del cielo[16] dall'alto.
 40 . Vivrai della tua spada[17]
e servirai tuo fratello;
ma poi, quando ti riscuoterai[18],
spezzerai il suo giogo dal tuo collo»[19].

 41 . Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe».  42 . Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: «Esaù tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti.  43 . Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano.  44 . Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà placata;  45 . finché si sarà placata contro di te la collera di tuo fratello e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto. Allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un sol giorno?».

 

Isacco manda Giacobbe da Làbano

 

46 . Poi Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della mia vita a causa di queste donne hittite: se Giacobbe prende moglie tra le hittite come queste, tra le figlie del paese, a che mi giova la vita?».

 

Capitolo XXVIII                                                Isacco manda Giacobbe da Làbano.

 

1 . Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando: «Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan.  2 . Su, và in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi di là la moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre.  3 . Ti benedica Dio onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu divenga una assemblea di popoli.  4 . Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda il paese dove sei stato forestiero, che Dio ha dato ad Abramo».  5 . Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.

 

Altro matrimonio di Esaù.

 

6 . Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: «Non devi prender moglie tra le Cananee».  7 . Giacobbe aveva obbedito al padre e alla madre ed era partito per Paddan-Aram.  8 . Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco.  9 . Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalat, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.

 

Il sogno di Giacobbe.

 

10 . Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran [20].  11 . Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra[21], se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.  12 . Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa [22].  13 . Ecco Jehovah gli stava davanti e disse: «Io sono Jehovah, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza.  14 . La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra.  15 . Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto».  16 . Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, Jehovah è in questo luogo e io non lo sapevo».  17 . Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».  18 . Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità.  19 . E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.  20 . Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi,  21 . se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, Jehovah sarà il mio Dio.  22 . Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima».

 

Capitolo XXIX

Giacobbe arriva presso Làbano.

 

 1 . Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli orientali [23].  2 . Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame, accovacciati vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano i greggi, ma la pietra sulla bocca del pozzo era grande.  3 . Quando tutti i greggi si erano là radunati, i pastori rotolavano la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al posto sulla bocca del pozzo.  4 . Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove siete?». Risposero: «Siamo di Carran».  5 . Disse loro: «Conoscete Làbano, figlio di Nacor?». Risposero: «Lo conosciamo».  6 . Disse loro: «Sta bene?». Risposero: «Sì; ecco la figlia Rachele che viene con il gregge».  7 . Riprese: «Eccoci ancora in pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a pascolare!».  8 . Risposero: «Non possiamo, finché non siano radunati tutti i greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge».

 9 . Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre, perché era una pastorella.  10 . Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo[24] e fece bere le pecore [25] di Làbano, fratello di sua madre.  11 . Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce.  12 . Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei[26], perché figlio di Rebecca. Allora essa corse a riferirlo al padre.  13 . Quando Làbano seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte le sue vicende.  14 . Allora Làbano gli disse: «Davvero tu sei mio osso e mia carne!». Così dimorò presso di lui per un mese.

 

I due matrimoni di Giacobbe

 

 15 . Poi Làbano disse a Giacobbe: «Poiché sei mio parente, mi dovrai forse servire gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo salario»[27].  16 . Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele.  17 . Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto,  18 . perciò Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò sette anni[28] per Rachele, tua figlia minore».  19 . Rispose Làbano: «Preferisco darla a te piuttosto che a un estraneo. Rimani con me».  20 . Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo amore per lei.  21 . Poi Giacobbe disse a Làbano: «Dammi la mia sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei».  22 . Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto.  23 . Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed egli si unì a lei.  24 . Làbano diede la propria schiava Zilpa[29] alla figlia, come schiava.  25 . Quando fu mattina... ecco era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: «Che mi hai fatto? Non è forse per Rachele che sono stato al tuo servizio? Perché mi hai ingannato?»[30].  26 . Rispose Làbano: «Non si usa far così nel nostro paese, dare, cioè, la più piccola prima della maggiore.  27 . Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò anche quest'altra per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette anni».  28 . Giacobbe fece così: terminò la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie la figlia Rachele.  29 . Làbano diede alla figlia Rachele la propria schiava Bila [31], come schiava.  30 . Egli si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al servizio di lui per altri sette anni.

 

I figli di Giacobbe.

 

 31 . Ora Jehovah, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterile.  32 . Così Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben[32], perché disse: «Jehovah ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio marito mi amerà».  33 . Poi concepì ancora un figlio e disse: «Jehovah ha udito che io ero trascurata e mi ha dato anche questo». E lo chiamò Simeone.  34 . Poi concepì ancora e partorì un figlio e disse: «Questa volta mio marito mi si affezionerà, perché gli ho partorito tre figli». Per questo lo chiamò Levi[33].  35 . Concepì ancora e partorì un figlio e disse: «Questa volta loderò Jehovah». Per questo lo chiamò Giuda[34]. Poi cessò di avere figli.

 

Capitolo XXX

 

1 . Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».  2 . Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».  3 . Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei».  4 . Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.  5 . Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio.  6 . Rachele disse: «Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio». Per questo essa lo chiamò Dan[35].  7 . Poi Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio.  8 . Rachele disse: «Ho sostenuto contro mia sorella lotte difficili e ho vinto!». Perciò lo chiamò Nèftali[36].

 9 . Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la propria schiava Zilpa e la diede in moglie e Giacobbe.  10 . Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio.  11 . Lia disse: «Per fortuna!» e lo chiamò Gad [37].  12 . Poi Zilpa, la schiava di Lia, partorì un secondo figlio a Giacobbe.  13 . Lia disse: «Per mia felicità! Perché le donne mi diranno felice». Perciò lo chiamò Aser[38].

 14 . Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele disse a Lia: «Dammi un po’ delle mandragore di tuo figlio».  15 . Ma Lia rispose: «È forse poco che tu mi abbia portato via il marito perché voglia portar via anche le mandragore di mio figlio?». Riprese Rachele: «Ebbene, si corichi pure con te questa notte, in cambio delle mandragore di tuo figlio».  16 . Alla sera, quando Giacobbe arrivò dalla campagna, Lia gli uscì incontro e gli disse: «Da me devi venire, perché io ho pagato il diritto di averti con le mandragore di mio figlio». Così egli si coricò con lei quella notte.  17 . Jehovah esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio.  18 . Lia disse: «Diomi ha dato il mio salario, per avere io dato la mia schiava a mio marito». Perciò lo chiamò Issacar[39].  19 . Poi Lia concepì e partorì ancora un sesto figlio a Giacobbe.  20 . Lia disse: «Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli». Perciò lo chiamò Zàbulon[40].  21 . In seguito partorì una figlia e la chiamò Dina[41].

 22 . Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda.  23 . Essa concepì e partorì un figlio e disse: «Dio ha tolto il mio disonore».  24 . E lo chiamò Giuseppe[42] dicendo: «Jehovah mi aggiunga un altro figlio!».

 

Come si è arricchito Giacobbe.

 

 25 . Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano: «Lasciami andare e tornare a casa mia, nel mio paese[43].  26 . Dammi le mogli, per le quali ti ho servito, e i miei bambini perché possa partire: tu conosci il servizio che ti ho prestato»[44].  27 . Gli disse Làbano: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per divinazione ho saputo che Jehovah mi ha benedetto per causa tua».  28 . E aggiunse: «Fissami il tuo salario e te lo darò».  29 . Gli rispose: «Tu stesso sai come ti ho servito e quanti sono diventati i tuoi averi per opera mia.  30 . Perché il poco che avevi prima della mia venuta è cresciuto oltre misura e Jehovah ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando lavorerò anch'io per la mia casa?».  31 . Riprese Làbano: «Che ti devo dare?». Giacobbe rispose: «Non mi devi nulla; se tu farai per me quanto ti dico, ritornerò a pascolare il tuo gregge e a custodirlo.  32 . Oggi passerò fra tutto il tuo bestiame; metti da parte ogni capo di colore scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre[45]: sarà il mio salario.  33 . In futuro la mia stessa onestà risponderà per me; quando verrai a verificare il mio salario, ogni capo che non sarà punteggiato o chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le pecore, se si troverà presso di me, sarà come rubato».  34 . Làbano disse: «Bene, sia come tu hai detto!».  35 . In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco e ogni capo di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli  36 . e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.

 37 . Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami.  38 . Poi egli mise i rami così scortecciati nei truogoli agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, proprio in vista delle bestie, le quali si accoppiavano quando venivano a bere.  39 . Così le bestie si accoppiarono di fronte ai rami e le capre figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati.  40 . Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie avessero davanti a sé gli animali striati e tutti quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così costituiti per conto suo, non li mise insieme al gregge di Làbano.

 41 . Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe metteva i rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami.  42 . Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe.  43 . Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.



[1] Si ripete, su scala diversa, la storia di Abramo.

[2] Questa volta Jehovah comandò di non andare in Egitto, ma di dimorare in una terra che Egli avrebbe mostrato.

[3] La conoscenza esteriore della mente (Abimelech e i Filistei), non sa riconoscere la profondità dell’illuminazione spirituale, rappresentata dai pozzi, e “li riempie di terra”, impedendo che ne sgorghi la verità.

[4] Abimelech rappresenta la mente, e la sua natura di tipo separativo non può unirsi ad Isacco, che rappresenta lo Spirito, e preferisce allontanarlo.

[5] Tuttavia, come primo passo, ne riconosce la superiorità.

[6] La contesa fra i seguaci della materialità e i servitori dello Spirito.

[7] “Esech” significa appunto “contesa”.

[8] “Sitna” significa “inimicizia”.

[9] Per quanto possa fare la natura inferiore, la verità risorgerà sempre.

[10] “Recobot” allora significa “Dio ci ha preparato la stanza”.

[11] “Bersabea”, cioè “il pozzo della consacrazione”.

[12]La “carne” che qui si intende ha il significato simbolico del nutrimento spirituale, così come nel Nuovo Testamento analogo significato sarà attribuito al “pesce”.

[13]  È la fragranza del corpo-anima, riconosciuto dall’Ego evoluto. La pelle di capretti di cui era rivestito indica il segno del Capricorno, segno Cristico.

[14]Nell’evoluzione il minore non può che essere superato dal maggiore; perciò ne sarà soppiantato.

[15]In realtà, questa benedizione apparteneva di diritto a colui che aveva la primogenitura, perciò Esaù sopporta ancora una volta le conseguenze delle sue stesse azioni.

[16]Riferimento alla manna, conquista di chi è avanzato spiritualmente.

[17]È la via del conflitto come conseguenza di una coscienza separativa ed e egoista.

[18]Esaù, l’uomo materiale, doveva servire Giacobbe, l’uomo spirituale; in altre parole, questo servizio doveva portare al dominio della natura inferiore. In questo modo sarà possibile rompere il giogo della materialità.

[19]Così, in realtà, ciascuno ottiene la sua benedizione, la più adatta al rispettivo carattere.

[20]“Carran” era una montagna; così, da un luogo di consacrazione (Bersabea) Giacobbe si dirige verso la montagna. La sua coscienza sta “crescendo”.

[21]Questa pietra nasconde un simbolismo simile alla pietra filosofale: Giacobbe ha risvegliato i centri spirituali, perciò è ora in grado di guardare nei mondi interiori (il sogno).

[22] La “Scala di Giacobbe”, oltre a rappresentare le Gerarchie Creatrici Divine “esteriori” è in realtà il simbolo “interiore” della colonna vertebrale, vero “athanor” dove si compie l’opera alchemica della trasmutazione spirituale. Gli Angeli che salgono e scendono si riferiscono al Fuoco Spirito-Spinale che deve salire lungo la colonna vertebrale per risvegliare i diversi plessi di forza vitale, ciascuno recettore di una data energia astrologica. In altre parole, la scala di Giacobbe altro non è che il Sentiero dell’Iniziazione.

[23] Viaggiare vero oriente” è la ricerca dell’illuminazione.

[24]Immagine allegorica per dire che suo compito era quello di rimuovere la pietra del pregiudizio dal pozzo della verità.

[25]Le pecore rappresentano le anime radunate attorno al pozzo per essere assetate dalla verità.

[26]Giacobbe riconosce Rachele: il compito di conquistarla diventò il compito di tutta la sua vita.

[27]“Làbano” ossia bianco, splendente, rappresenta per Giacobbe il tirocinio che viene dato al discepolo dalla Fratellanza Bianca.

[28]Giacobbe servirà Làbano per due cicli settenari, che sono due periodi precisi di tirocinio spirituale.

[29]“Zilpa” significa “una che avanza”.

[30]Il tirocinio esoterico non è una facile acquisizione; spesso ciò che ci si attende dev’essere rinviato per un ulteriore approfondimento o perfezionamento. Talvolta si agisce spinti più dai desideri personali, che dalla visione del vero bene; crediamo di servire Dio, ma invece serviamo la nostra personalità. Per servire davvero per Rachele, un altro ciclo di apprendimento è necessario.

[31]“Bila” significa “modestia, umiltà, timore”.

[32]Ruben è posto sotto il segno dell’Acquario, la cui nota è l’altruismo.

[33]Simone e Levi sono posti sotto il segno dei Gemelli, il cui significato superiore è l’unione degli opposti. Giacobbe prosegue così nel suo apprendistato verso il perfezionamento.

[34]Giuda è sotto il segno del Leone, simbolo della trasmutazione.

[35]“Dan”, ossia “giudizio”, è assegnato al segno dello Scorpione, il rigeneratore.

[36]“Neftali” è il Capricorno, meta raggiunta con fatica.

[37]“Gad” è l’Ariete, nuovo impulso di vita.

[38]“Aser”, la “felicità” è la Bilancia, apportatrice di gioia spirituale.

[39]“Issacar” è il Toro, segno dei possedimenti terreni e del karma (“Mi ha dato il mio salario”).

[40]“Zabulon” è Pesci, segno nel quale si forma il manto nuziale (“Questa notte mio marito dormirà con me”).

[41]“Dina” è l’unica figlia femmina: è la Vergine. Essa è l’ultimo figlio di Lia, e dopo la sua nascita Rachele diviene fertile: l’inferiore e il superiore sono uniti, l’inferiore cede il passo al superiore.

[42]“Giuseppe” è il Sagittario. Egli porta luce nelle tenebre: la vita superiore diviene fertile.

[43]L’unione fra la natura superiore e quella inferiore rende ora atto Giacobbe a lavorare “nel suo paese”, dove non è straniero: a diventare cioè Ausiliario Invisibile.

[44]Scrive a proposito di questo racconto Corinne Heline: “L’insieme contiene le esperienze di Giacobbe. A lungo rimane sposato con Lia, la natura inferiore, mentre l’anima ha nostalgia della compagnia di Rachele, quella superiore. Prima che si compia l’unione con Rachele, Làbano, che rappresenta la legge dello spirito, interviene per aiutare Giacobbe, l’aspirante, per debitamente qualificarlo a ricevere la mano di Rachele, il suo stesso Spirito.

[45]Le pecore e le capre rappresentano qui le forme-pensiero con le quali inizia a cimentarsi il neofita Giacobbe. Il fatto che siano striate e chiazzate denota la loro ancora non perfetta chiarezza d’immagine. Vi si può anche scorgere un linguaggio di tipo alchemico, di passaggio dal nero al bianco.