Lettura esoterica della Genesi

Capitolo XXI

Nascita di Isacco.

 

 1 . Jehovah visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso.  2 . Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato.  3 . Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.  4 . Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato.  5 . Abramo aveva cento anni [1], quando gli nacque il figlio Isacco[2].  6 . Allora Sara disse: «Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di me!».  7 . Poi disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara deve allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!».

 

Agar e Ismaele cacciati

 

 8 . Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto[3] quando Isacco fu svezzato.  9 . Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco[4].  10 . Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio [5], perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco».  11 . La cosa dispiacque molto ad Abramo[6] per riguardo a suo figlio.  12 . Ma Dio disse ad Abramo: «Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe.  13 . Ma io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava[7], perché è tua prole».  14 . Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar[8], caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto[9] di Bersabea.  15 . Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio  16 . e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!»[10]. Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse.  17 . Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova.  18 . Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione».  19 . Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua [11]. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo.  20 . E Dio fu con il fanciullo[12], che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco.  21 . Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese d'Egitto.

 

Abramo e Abimèlech a Bersabea.

 

 22 . In quel tempo Abimèlech con Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo: «Dio è con te in quanto fai.  23 . Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei figli né i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con te, così tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero»[13].  24 . Rispose Abramo: «Io lo giuro».  25 . Ma Abramo rimproverò Abimèlech a causa di un pozzo d'acqua[14], che i servi di Abimèlech avevano usurpato.  26 . Abimèlech disse: «Io non so chi abbia fatto questa cosa: né tu me ne hai informato, né io ne ho sentito parlare se non oggi»[15].  27 . Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede ad Abimèlech: tra loro due conclusero un'alleanza.  28 . Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge.[16]  29 . Abimèlech disse ad Abramo: «Che significano quelle sette agnelle che hai messe in disparte?».  30 . Rispose: «Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano[17], perché ciò mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo».  31 . Per questo quel luogo si chiamò Bersabea, perché là fecero giuramento tutti e due.  32 . E dopo che ebbero concluso l'alleanza a Bersabea[18], Abimèlech si alzò con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei.  33 . Abramo piantò una tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome di Jehovah, Dio dell'eternità[19].  34 . E fu forestiero[20] nel paese dei Filistei per molto tempo.



Capitolo XXII

Il sacrificio di Isacco.

 

 1 . Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!».  2 . Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte [21] che io ti indicherò».  3 . Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.  4 . Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo.  5 . Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi».  6 . Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco[22] e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme[23].  7 . Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?».  8 . Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme;  9 . così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna.  10 . Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. [24]  11 . Ma l'angelo di Jehovah lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!».  12 . L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio».  13 . Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete[25] impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.  14 . Abramo chiamò quel luogo: «Jehovah provvede» [26], perciò oggi si dice: «Sul monte Jehovah provvede».  15 . Poi l'angelo di Jehovah chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta  16 . e disse: «Giuro per me stesso, oracolo di Jehovah: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio,  17 . io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo[27] e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.  18 . Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

 19 . Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

 

La discendenza di Nacor.

 

 20 . Dopo queste cose, ad Abramo fu portata questa notizia: «Ecco Milca ha partorito figli a Nacor tuo fratello»:  21 . Uz, il primogenito, e suo fratello Buz e Kamuèl il padre di Aram  22 . e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl;  23 . Betuèl generò Rebecca: questi otto figli partorì Milca a Nacor, fratello di Abramo.  24 . Anche la sua concubina, chiamata Reuma, partorì figli: Tebach, Gacam, Tacas e Maaca.

 

 

Capitolo XXIII

La Tomba dei Patriarchi.

 

 1 . Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara.  2 . Sara morì a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.[28]  3 . Poi Abramo si staccò dal cadavere di lei e parlò agli Hittiti[29]:  4 . «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via la salma e seppellirla».  5 . Allora gli Hittiti risposero:  6 . «Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibirà di seppellire la tua defunta nel suo sepolcro».  7 . Abramo si alzò, si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e parlò loro:  8 . «Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar,  9 . perché mi dia la sua caverna di Macpela [30], che è all'estremità del suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà sepolcrale in mezzo a voi».  10 . Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano per la porta della sua città, e disse:  11 . «Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto».  12 . Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della gente del paese.  13 . Parlò ad Efron, mentre lo ascoltava la gente del paese, e disse: «Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, così io seppellirò là il mio morto».  14 . Efron rispose ad Abramo:  15 . «Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento[31] sicli d'argento[32] che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto».

 16 . Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, cioè quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato.  17 . Così il campo di Efron che si trovava in Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite,  18 . passarono in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano nella porta della città.  19 . Dopo, Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan.  20 . Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale.

 

Capitolo XXIV                                                          
Matrimonio di Isacco.

 

1 . Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e Jehovah lo aveva benedetto in ogni cosa.  2 . Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia  3 . e ti farò giurare per Jehovah, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei [33], in mezzo ai quali abito,  4 . ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco[34]».  5 . Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questo paese, dovrò forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei uscito?».  6 . Gli rispose Abramo: «Guardati dal ricondurre là mio figlio!  7 . Jehovah, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza darò questo paese, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per il mio figlio.  8 . Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlio».

 9 . Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa.  10 . Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor.  11 . Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere.  12 . E disse: «Jehovah, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo!  13 . Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono per attingere acqua.  14 . Ebbene, la ragazza alla quale dirò: Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza al mio padrone».  15 . Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla.  16 . La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì.  17 . Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un po’ d'acqua dalla tua anfora».  18 . Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l'anfora sul braccio e lo fece bere.  19 . Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere».  20 . In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui.  21 . Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se Jehovah avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.  22 . Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro.  23 . E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?».  24 . Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor».  25 . E soggiunse: «C'è paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».

 26 . Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò a Jehovah  27 . e disse: «Sia benedetto Jehovah, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso il mio padrone. Quanto a me, Jehovah mi ha guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone».  28 . La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste cose.  29 . Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo.  30 . Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da costui che ancora stava presso i cammelli vicino al pozzo.  31 . Gli disse: «Vieni, benedetto da Jehovah! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?».  32 . Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini.  33 . Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Dì pure».  34 . E disse: «Io sono un servo di Abramo.  35 . Jehovah ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli e asini.  36 . Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni.  37 . E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito,  38 . ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio.  39 . Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà.  40 . Mi rispose: Jehovah, alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre.  41 . Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia maledizione.  42 . Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Jehovah, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo,  43 . ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un po’ d'acqua dalla tua anfora,  44 . e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi cammelli attingerò, quella sarà la moglie che Jehovah ha destinata al figlio del mio padrone.  45 . Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi bere.  46 . Subito essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli.  47 . E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia.  48 . Poi mi inginocchiai e mi prostrai a Jehovah e lo benedissi, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone.  49 . Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».

 50 . Allora Làbano e Betuèl risposero: «Da Jehovah la cosa procede, non possiamo dirti nulla.  51 . Ecco Rebecca davanti a te: prendila e và e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato Jehovah».

 52 . Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti a jehovah.  53 . Poi il servo tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca [35]; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei.  54 . Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone».  55 . Ma il fratello e la madre di lei dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai».  56 . Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre Jehovah ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!».  57 . Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa».  58 . Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?». Essa rispose: «Andrò».  59 . Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini.  60 . Benedissero Rebecca e le dissero:

«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!».

 61 . Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì.  62 . Intanto Isacco rientrava dal pozzo [36] di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb.  63 . Isacco uscì sul fare della sera per meditare in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.  64 . Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello.  65 . E disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora essa prese il velo e si coprì.  66 . Il servo raccontò ad Isacco tutte le cose che aveva fatte.  67 . Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.

 



[1] Il valore dieci del numero indica il perfetto equilibrio raggiunto da Abramo e Sara: i principi maschile e femminile.

[2] Il prodotto di questa rigenerazione è una nuova “gioia” (significato di “Isacco”).

[3] La festa interiore del prodotto di tale unione.

[4] Il figlio di Agar (che rappresenta la natura inferiore) è riluttante a lasciare le tentazioni della personalità e della carne, schernendo, onde darsi una giustificazione, la “gioia” risultante da una vita superiore.

[5] L’intuizione di Sara le fa comprendere come la natura inferiore non possa ereditare da quella superiore.

[6] Tuttavia, si trattava sempre di suo figlio, e la cosa fu dolorosa per Abramo: è necessario il distacco dalla materialità per inoltrarsi verso lo spirito. Essa è così radicata che rimuoverla è tuttavia doloroso e difficile.

[7] La mente inferiore non va però abbandonata o eliminata: essa fa parte dell’uomo e della sua evoluzione, perciò ha bisogno solo di essere correttamente diretta e riequilibrata.

[8] Abramo (lo spirito) dà dell’acqua e del cibo (nutrimento dell’anima) ad Agar (la personalità).

[9] Ma la vita nel deserto (lo stato non illuminato) fa sprecare l’acqua dello spirito.

[10] Questa esperienza dolorosa e purificatrice fa pentire Agar, che rivolge nuovamente lo sguardo allo spirito.

[11] Finalmente “le si aprono gli occhi”, e può utilizzare l’acqua dello spirito che prima aveva solo sprecato inutilmente. Quotidianamente noi sprechiamo questa energia sacra, perdendoci di conseguenza nel deserto e allontanandoci dall’illuminazione spirituale.

[12] Personalità e spirito sono ora uniti.

[13] Possiamo inquadrare questo episodio nella necessità di spiritualizzare, una volta compiuta la purificazione, la mente. Abimelech, re, rappresenta il potere della mente; Abramo rappresenta il potere dello spirito: per la crescita e una completa consapevolezza i due devono unirsi, e otterranno il potere di fare miracoli.

[14] Il pozzo – la verità esoterica – è usurpato dal potere della mente, se questo non è al servizio dello spirito.

[15] Priva del collegamento con lo spirito, la mente è ignara del pericolo che l’uso del suo potere può instaurare.

[16] Le “Sette agnelle” simbolizzano i centri spirituali del corpo, che devono essere sviluppati prima che la mente possa esercitare correttamente il suo potere (infatti vengono messe “in disparte”).

[17] La mente deve prima accettare la supremazia dello spirito.

[18] “Bersabea”, cioè “Beer-sheba”, significa “il pozzo del giuramento”.

[19] L’accordo raggiunto consente ad Abramo (lo spirito) di invocare il potere della Legge Divina (Jehovah), in armonia con la quale potrà esercitare il potere spirituale unito alla consapevolezza della mente.

[20] Detto potere sarà perciò correttamente utilizzato solo se diretto al servizio disinteressato verso il prossimo (dove si è “forestieri”).

[21] Questo è il dodicesimo e ultimo passaggio di Abramo: il DISINTERESSE. Che si trattasse di un’esperienza iniziatica è dimostrato dal fatto di svolgersi su di “un monte”. È significativo il luogo: il monte Moria, dove più avanti sarà edificato il Tempio da Salomone.

[22] Non è possibile non notare questa frase: “Prese in mano il fuoco”: nel linguaggio degli iniziati indica che Abramo aveva sottomesso il fuoco della sua natura inferiore, la lezione più difficile.

[23] La “gioia dell’anima” (Isacco) procede di pari passo (portando su di sé la legna), “a fianco di Abramo”, assieme alla rinuncia e al disinteresse.

[24] La prova estrema, il completo disinteresse e servizio alla Legge, è stata superata. Qualsiasi ne fosse il costo agli occhi della natura inferiore.

[25] L’ariete rappresenta il segno zodiacale dell’Ariete, che nei suoi significati più elevati segue la costrizione e la preoccupazione dei Pesci per ispirare purezza e sacrificio: la resurrezione. Il compimento dei dodici passaggi porta Abramo alla RINASCITA dell’Iniziazione.

[26] “Jehovah-jireh”, cioè “Dio provvede” è la promessa che attende chiunque giunga alle altezze raggiunte da Abramo, grazie all’agire in armonia con la legge.

[27] Ora Abramo ha sviluppato completamente il corpo-anima, esotericamente descritto come “le stelle del cielo”: il nuovo corpo – conseguente alla nuova nascita – dell’Iniziato.

[28] Non dobbiamo intendere questo capitolo come un lamento, ma piuttosto come un canto di esultanza a seguito della liberazione del principio femminile rigenerato e unito al maschile.

[29] “Heth” in ebraico è la lettera “H”, lettera femminile che indica il perfetto equilibrio raggiunto fra il cuore e la mente.

[30] “Macpela” significa “raddoppiare”.

[31] Anche quattrocento è un simbolo di polarità del numero quattro: il completamento del quadrato perfetto.

[32] A sua volta, l’argento è un metallo femminile.

[33] Poiché i Cananei erano simbolo di materialità, Abramo chiedeva un matrimonio diverso per il figlio Isacco.

[34]Qui non si tratta di un matrimonio fisico, ma dell’unione mistica dei principi maschile e femminile interiori, rappresentati da Isacco e da Rebecca.

[35]Le vesti d’oro a Rebecca le danno il significato simbolico del corpo-anima.

[36]Come spesso il pozzo ha un significato mistico: qui possiamo definirlo simbolo di verità profonda. Presso questo pozzo Isacco, colui che ricerca, trova Rebecca, il corpo-anima.