Lettura esoterica della Genesi

Capitolo XLII

 

Primo incontro di Giuseppe con i suoi fratelli.

1 . Ora Giacobbe seppe che in Egitto c'era il grano; perciò disse ai figli: «Perché state a guardarvi l'un l'altro?». 2 . E continuò: «Ecco, ho sentito dire che vi è il grano in Egitto. Andate laggiù e compratene per noi, perché possiamo conservarci in vita e non morire». 3 . Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il frumento in Egitto. 4 . Ma quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo mandò con i fratelli perché diceva: «Non gli succeda qualche disgrazia!». 5 . Arrivarono dunque i figli d'Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nel paese di Canaan c'era la carestia.

6 . Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva il grano a tutto il popolo del paese. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7 . Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l'estraneo verso di loro,[1] parlò duramente e disse: «Di dove siete venuti?». Risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri». 8 . Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9 . Si ricordò allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese». 10 . Gli risposero: «No, signore mio; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. 11 . Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!». 12 . Ma egli disse loro: «No, voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese!». 13 . Allora essi dissero: «Dodici sono i tuoi servi, siamo fratelli, figli di un solo uomo, nel paese di Canaan; ecco il più giovane è ora presso nostro padre e uno non c'è più». 14 . Giuseppe disse loro: «Le cose stanno come vi ho detto: voi siete spie. 15 . In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane[2]. 16 . Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!». 17 . E li tenne in carcere per tre giorni.

18 . Al terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! 19 . Se voi siete sinceri, uno dei vostri fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. 20 . Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Allora le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono. 21 . Allora si dissero l'un l'altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci è venuta addosso quest'angoscia». 22 . Ruben prese a dir loro: «Non ve lo avevo detto io: Non peccate contro il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora ci si domanda conto del suo sangue». 23 . Non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro vi era l'interprete.

24 . Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi tornò e parlò con essi. Scelse tra di loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi [3].

 

Ritorno dei figli di Giacobbe in Canaan.

 

25 . Quindi Giuseppe diede ordine che si riempissero di grano i loro sacchi e si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e si dessero loro provviste per il viaggio. E così venne loro fatto.

26 . Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là. 27 . Ora in un luogo dove passavano la notte uno di essi aprì il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca del sacco. 28 . Disse ai fratelli: «Mi è stato restituito il denaro: eccolo qui nel mio sacco!». Allora si sentirono mancare il cuore e tremarono, dicendosi l'un l'altro: «Che è mai questo che Dio ci ha fatto?[4]».

29 . Arrivati da Giacobbe loro padre, nel paese di Canaan, gli riferirono tutte le cose che erano loro capitate: 30 . «Quell'uomo che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha messi in carcere come spie del paese. 31 . Allora gli abbiamo detto: Noi siamo sinceri; non siamo spie! 32 . Noi siamo dodici fratelli, figli di nostro padre: uno non c'è più e il più giovane è ora presso nostro padre nel paese di Canaan. 33 . Ma l'uomo, signore del paese, ci ha risposto: In questo modo io saprò se voi siete sinceri: lasciate qui con me uno dei vostri fratelli, prendete il grano necessario alle vostre case e andate. 34 . Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così saprò che non siete spie, ma che siete sinceri; io vi renderò vostro fratello e voi potrete percorrere il paese in lungo e in largo».

35 . Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro le borse di denaro, furono presi dal timore. 36 . E il padre loro Giacobbe disse: «Voi mi avete privato dei figli! Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più e Beniamino me lo volete prendere. Su di me tutto questo ricade!».

37 . Allora Ruben[5] disse al padre: «Farai morire i miei due figli, se non te lo ricondurrò. Affidalo a me e io te lo restituirò». 38 . Ma egli rispose: «Il mio figlio non verrà laggiù con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi».

 

Capitolo XLIII

I figli di Giacobbe ripartono con Beniamino.

 

1 . La carestia continuava a gravare sul paese. 2 . Quando ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Tornate là e acquistate per noi un po’ di viveri». 3 . Ma Giuda gli disse: «Quell'uomo ci ha dichiarato severamente: Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello! 4 . Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello, andremo laggiù e ti compreremo il grano. 5 . Ma se tu non lo lasci partire, noi non ci andremo, perché quell'uomo ci ha detto: Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!». 6 . Israele disse: «Perché mi avete fatto questo male, cioè far sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?». 7 . Risposero: «Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra parentela: È ancora vivo vostro padre? Avete qualche fratello? e noi abbiamo risposto secondo queste domande. Potevamo sapere ch'egli avrebbe detto: Conducete qui vostro fratello?».

8 . Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il giovane con me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini. 9 . Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se non te lo ricondurrò, se non te lo riporterò, io sarò colpevole contro di te per tutta la vita. 10 . Se non avessimo indugiato, ora saremmo già di ritorno per la seconda volta». 11 . Israele loro padre rispose: «Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono a quell'uomo: un po’ di balsamo, un po’ di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle. 12 . Prendete con voi doppio denaro, il denaro cioè che è stato rimesso nella bocca dei vostri sacchi lo porterete indietro: forse si tratta di un errore. 13 . Prendete anche vostro fratello, partite e tornate da quell'uomo.[6] 14 . Dio onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci l'altro fratello e Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più...!».

 

L'incontro presso Giuseppe.

 

15 . Presero dunque i nostri uomini questo dono e il doppio del denaro e anche Beniamino, partirono, scesero in Egitto e si presentarono a Giuseppe.

16 . Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella quello che occorre e prepara, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». 17 . Il maggiordomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe. 18 . Ma quegli uomini si spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «A causa del denaro, rimesso nei nostri sacchi l'altra volta, ci si vuol condurre là: per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini».

19 . Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe e parlarono con lui all'ingresso della casa; 20 . dissero: «Mio signore, noi siamo venuti già un'altra volta per comperare viveri. 21 . Quando fummo arrivati ad un luogo per passarvi la notte, aprimmo i sacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Allora noi l'abbiamo portato indietro 22 . e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi altro denaro. Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!». 23 . Ma quegli disse: «State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro è pervenuto a me». E portò loro Simeone.

24 . Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro asini. 25 . Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo. 26 . Quando Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono, che avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 27 . Egli domandò loro come stavano e disse: «Sta bene il vostro vecchio padre, di cui mi avete parlato? Vive ancora?». 28 . Risposero: «Il tuo servo, nostro padre, sta bene, è ancora vivo» e si inginocchiarono prostrandosi. 29 . Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio di sua madre, e disse: «È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?» e aggiunse: «Dio ti conceda grazia, figlio mio!». 30 . Giuseppe uscì in fretta, perché si era commosso nell'intimo [7] alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua camera e pianse. 31 . Poi si lavò la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò: «Servite il pasto». 32 . Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio. 33 . Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane, ciascuno in ordine di età ed essi si guardavano con meraviglia l'un l'altro. 34 . Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella di tutti gli altri [8]. E con lui bevvero fino all'allegria.

 

Capitolo XLIV

La coppa di Giuseppe nel sacco di Beniamino.

 

1 . Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: «Riempi i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2 . Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento,[9] alla bocca del sacco del più giovane, con il denaro del suo grano». Quegli fece secondo l'ordine di Giuseppe. 3 . Al mattino, fattosi chiaro, quegli uomini furono fatti partire con i loro asini. 4 . Erano appena usciti dalla città e ancora non si erano allontanati, quando Giuseppe disse al maggiordomo della sua casa: «Su, insegui quegli uomini, raggiungili e dì loro: Perché avete reso male per bene? 5 . Non è forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo della quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare così». 6 . Egli li raggiunse e ripeté loro queste parole. 7 . Quelli gli dissero: «Perché il mio signore dice queste cose? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa! 8 . Ecco, il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri sacchi te lo abbiamo riportato dal paese di Canaan e come potremmo rubare argento od oro dalla casa del tuo padrone? 9 . Quello dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sarà messo a morte e anche noi diventeremo schiavi del mio signore». 10 . Rispose: «Ebbene, come avete detto, così sarà: colui, presso il quale si troverà, sarà mio schiavo e voi sarete innocenti». 11 . Ciascuno si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì. 12 . Quegli li frugò dal maggiore al più piccolo, e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 . Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il proprio asino e tornarono in città.[10] 14 . Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15 . Giuseppe disse loro: «Che azione avete commessa? Non sapete che un uomo come me è capace di indovinare?». 16 . Giuda disse: «Che diremo al mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio ha scoperto la colpa dei tuoi servi... Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della coppa». 17 . Ma egli rispose: «Lungi da me il far questo! L'uomo trovato in possesso della coppa, lui sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre».

 

L'intervento di Giuda.

 

18 . Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: «Mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché il faraone è come te! 19 . Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un fratello? 20 . E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed egli è rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama. 21 . Tu avevi detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere con i miei occhi. 22 . Noi avevamo risposto al mio signore: Il giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà suo padre, questi morirà. 23 . Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi: Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza. 24 . Quando dunque eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. 25 . E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un po’ di viveri. 26 . E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù: se c'è con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro fratello minore. 27 . Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28 . Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l'ho più visto. 29 . Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie nella tomba. 30 . Ora, quando io arriverò dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto non sarà con noi, mentre la vita dell'uno è legata alla vita dell'altro, 31 . appena egli avrà visto che il giovinetto non è con noi, morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre.

32 . Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto presso mio padre: Se non te lo ricondurrò, sarò colpevole verso mio padre per tutta la vita. 33 . Ora, lascia che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio signore[11] e il giovinetto torni lassù con i suoi fratelli! 34 . Perché, come potrei tornare da mio padre senz'avere con me il giovinetto? Ch'io non veda il male che colpirebbe mio padre!».

 

Capitolo XLV

Giuseppe si fa riconoscere.

 

1 . Allora Giuseppe non poté più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli. 2 . Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone. 3 . Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza. 4 . Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto. 5 . Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù [12], perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 . Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 . Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. 8 . Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 . Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me e non tardare. 10 . Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. 11 . Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi. 12 . Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla! 13 . Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre». 14 . Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo. 15 . Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.

 

L'invito del faraone.

 

16 . Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: «Sono venuti i fratelli di Giuseppe!» e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri. 17 . Allora il faraone disse a Giuseppe: «Dì ai tuoi fratelli: Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Canaan. 18 . Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i migliori prodotti della terra. 19 . Quanto a te, dà loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e venite. 20 . Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese sarà vostro».

 

Il ritorno di Canaan.

 

21 . Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio. 22 . Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno [13], ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento [14] e cinque mute di abiti[15]. 23 . Allo stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per il viaggio del padre. 24 . Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non litigate durante il viaggio!».

25 . Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe 26 . e subito gli riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto il paese d'Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro. 27 . Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. 28 . Israele disse: «Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a vederlo prima di morire!».

 

Capitolo XLVI

Partenza di Giacobbe per l'Egitto.

 

1 . Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco. 2 . Dio disse a Israele in una visione notturna: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». 3 . Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo. 4 . Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare[16]. Giuseppe ti chiuderà gli occhi [17]».

5 . Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo. 6 . Essi presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel paese di Canaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti i suoi discendenti; 7 . i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti egli condusse con sé in Egitto.

 

La famiglia di Giacobbe.

 

8 . Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in Egitto: Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben. 9 . I figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi. 10 . I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea. 11 . I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. 12 . I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan. Furono figli di Perez: Chezron e Amul. 13 . I figli di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron. 14 . I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel. 15 . Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram insieme con la figlia Dina; tutti i suoi figli e le sue figlie erano trentatrè persone[18].

16 . I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli. 17 . I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro sorella Serach. I figli di Beria: Eber e Malchiel. 18 . Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia Lia; essa li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.

19 . I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20 . A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse, che gli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. 21 . I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde. 22 . Questi sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono quattordici persone.

23 . I figli di Dan: Usim. 24 . I figli di Nèftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sillem. 25 . Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede alla figlia Rachele, ed essa li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.

26 . Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei. 27 . I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.

 

L'accoglienza di Giuseppe.

 

28 . Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé[19] da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi arrivarono al paese di Gosen [20]. 29 . Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto al suo collo. 30 . Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo». 31 . Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: «Vado ad informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 . Ora questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame, e hanno condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi. 33 . Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: Qual è il vostro mestiere?, 34 . voi risponderete: Gente dedita al bestiame sono stati i tuoi servi, dalla nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i nostri padri. Questo perché possiate risiedere nel paese di Gosen». Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.

 

 

Capitolo XLVII

L'udienza del faraone.

 

1 . Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli: «Mio padre e i miei fratelli con i loro greggi e armenti e con tutti i loro averi sono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese di Gosen». 2 . Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li presentò al faraone. 3 . Il faraone disse ai suoi fratelli: «Qual è il vostro mestiere?». Essi risposero al faraone: «Pastori di greggi sono i tuoi servi, noi e i nostri padri». 4 . Poi dissero al faraone: «Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perché non c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi; infatti è grave la carestia nel paese di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi risiedano nel paese di Gosen!».

 

Altro racconto.

 

5 . Allora il faraone disse a Giuseppe: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono dunque venuti da te. 6 . Ebbene, il paese d'Egitto è a tua disposizione: fà risiedere tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese. Risiedano pure nel paese di Gosen. Se tu sai che vi sono tra di loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi in qualità di sovrintendenti al bestiame». 7 . Poi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone e Giacobbe benedisse il faraone. 8 . Il faraone domandò a Giacobbe: «Quanti anni hai?». 9 . Giacobbe rispose al faraone: «Centotrenta di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita nomade». 10 . Poi Giacobbe benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.

11 . Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone. 12 . Giuseppe diede il sostentamento al padre, ai fratelli e a tutta la famiglia di suo padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.

 

Politica agraria di Giuseppe.

 

13 . Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano per la carestia. 14 . Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.

15 . Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: «Dacci il pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c'è più denaro». 16 . Rispose Giuseppe: «Cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro bestiame, se non c'è più denaro». 17 . Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.

18 . Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero: «Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro terreno. 19 . Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!». 20 . Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone. 21 . Quanto al popolo, egli lo fece passare nelle città da un capo all'altro della frontiera egiziana. 22 . Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.

23 . Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho acquistato oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il terreno. 24 . Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento dei vostri bambini». 25 . Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!». 26 . Così Giuseppe fece di questo una legge che vige fino ad oggi sui terreni d'Egitto, per la quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero del faraone.

 

Ultime volontà di Giacobbe.

 

27 . Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese d'Egitto, nel territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero molto numerosi.

28 . Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli anni della sua vita furono centoquarantasette. 29 . Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto! 30 . Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro». Rispose: «Io agirò come hai detto». 31 . Riprese: «Giuramelo!». E glielo giurò; allora Israele si prostrò sul capezzale del letto.

 

Capitolo XLVIII

Giacobbe adotta e benedice i due figli di Giuseppe.

 

1 . Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed Efraim[21]. 2 . Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto. 3 . Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4 . dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te in possesso perenne. 5 . Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. 6 . Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. 7 . Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme». 8 . Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». 9 . Giuseppe disse al padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese: «Portameli perché io li benedica!». 10 . Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. 11 . Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!». 12 . Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la faccia a terra. 13 . Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. 14 . Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. 15 . E così benedisse Giuseppe:

«Il Dio, davanti al quale hanno camminato
i miei padri Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto
fino ad oggi,
16 . l'angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!».

17 . Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. 18 . Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!». 19 . Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di lui[22] e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 . E li benedisse in quel giorno:

«Di voi si servirà Israele
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!».

Così pose Efraim prima di Manasse.

21 . Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri.

22 . Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada e l'arco».

 



[1] Giuseppe rappresenta la mente superiore, i suoi fratelli gli attributi dell’io personale, perciò Giuseppe – pur essendo più giovane, in quanto ultima acquisizione evolutiva – era a loro superiore. Infatti essi non lo riconobbero, perché non erano ancora risvegliati, ma Giuseppe riconobbe loro.

[2] Giuseppe, per poter progredire ulteriormente, aveva bisogno delle qualità espresse dal fratello Beniamino.

[3] Simeone, la fase inferiore del segno dei Gemelli, deve essere “incatenato”, cioè messo sotto controllo, affinché il progresso spirituale possa avanzare.

[4] Possiamo rispondere a questa domanda dicendo che Dio li aveva arricchiti: è il risultato certo della ricerca. La trasmutazione moltiplica i beni oltre il merito dovuto alla semplice applicazione della legge.

[5] Ancora una volta Ruben, l’Acquario, prende insieme a Giuda, il Leone, (v/ Cap.XLIII,8) le difese di Giuseppe. Essi rappresentano le forze liberatrici.

[6] Il richiamo dell’Io Superiore è insopprimibile, perciò i fratelli ritornano da Giuseppe, e  i maggiori doni portatigli dimostrano che tale richiamo rende migliori le qualità personali.

[7] Beniamino, il Cancro, rappresenta la porta della conoscenza cosmica; l’incontro della mente superiore con la conoscenza cosmica provoca una esaltazione spirituale in chi lo sperimenta. Per questo fu fatta festa.

[8] Il primo viaggio era stato compiuto da 10 fratelli: numero della separazione fra maschile e femminile, che sta operando verso l’unione. Il secondo viaggio è compiuto da 11 fratelli: l’equilibrio raggiunto fra le due polarità interiori.

[9] L’Io Superiore sta mettendo alla prova l’io personale.

[10] La prova sta per essere superata: seppure innocenti tornano indietro privandosi delle stesse vesti.

[11] Giuda, il cuore, sempre sacrifica se stesso per far trionfare l’amore.

[12] Giuseppe era nella posizione di potersi vendicare dei torti subiti dai fratelli, ma questa non è la via dell’Io Superiore né dello spirito Cristico che dice “Ama i tuoi nemici”. Egli cerca invece di elevare anche tutti i principi della personalità.

[13] L’anima aspirante ha così acquisito nuove qualità.

[14] Sono le forze trine di corpo, mente e spirito che agiscono all’unisono, reintegrate.

[15] Il corpo-anima è particolarmente radioso, avendo spiritualizzati tutti e cinque i sensi.

[16] Questo colloquio lo possiamo vedere come una rassicurazione divina all’umanità sulla sua evoluzione: Dio sarà con noi, scendendo anch’Egli nella fase involutiva nella materia, e ci farà tornare, torneremo cioè sicuramente dai piani spirituali dai quali proveniamo.

[17] La mente Cristica sarà il risultato finale.

[18] Numero evidentemente simbolico: 3x3 = 9, cabalisticamente l’umanità.

[19] È Giuda, il Leone, l’amore che apre la strada!

[20] Gosen era “la parte migliore dell’Egitto”: le condizioni interiori modificano quelle esteriori, perciò la crescita animica influenza in bene anche l’ambiente che la circonda.

[21] Manasse rappresenta il principio maschile della volontà, ed Efraim il principio femminile dell’intuizione.

[22] Efraim, il principio femminile che fu il primo nella caduta dell’umanità, sarà il primo a rigenerarsi e ad elevarsi al di sopra della sessualità ora imperante nel piano materiale.

 

Capitolo XLIX

Benedizioni di Giacobbe.

 

[1]Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi, perché io vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri[1].

[2]Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
[3]Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
[4]Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perchè hai invaso il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito. [2]
[5]Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
[6]Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore.
Perchè con ira hanno ucciso gli uomini
e nel loro egoismo hanno scavato un muro.
[7]Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.[3]
[8]Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
[9]Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
[10]Non sarà tolto lo scettro da Giuda
né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
[11]Egli lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il manto;
[12]lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i denti per il latte.[4]
[13]Zàbulon abiterà lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidòne.[5]
[14]Issacar è un asino robusto,
accovacciato tra due bisacce.
[15]Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.[6]
[16]Dan giudicherà il suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
[17]Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade all'indietro.
[18]Io spero nella tua salvezza, Jehovah![7]
[19]Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la retroguardia.[8]
[20]Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re. [9]
[21]Nèftali è una cerva slanciata
che pronuncia parole eleganti.[10]
[22]Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
[23]Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
[24]Ma è rimasto intatto il suo arco
e le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
[25]Per il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente - egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
[26]Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli! [11]
[27]Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino.[12]

[28]Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele, questo è ciò che disse loro il loro padre, quando li ha benedetti; ognuno egli benedisse con una benedizione particolare.

 

Ultimi momenti e morte di Giacobbe.

 

[29]Poi diede loro quest'ordine: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l'Hittita, [30]nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l'Hittita come proprietà sepolcrale. [31]Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. [32]La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso proveniva dagli Hittiti.

[33]Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi antenati.

 

Capitolo L

Funerali di Giacobbe.

 

[1]Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. [2]Poi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele [13] [3]e vi impiegarono quaranta giorni[14], perché tanti ne occorrono per l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni. [15] [4]Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole: [5]Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese di Canaan. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e tornare». [6]Il faraone rispose: «Và e seppellisci tuo padre com'egli ti ha fatto giurare». [7]Allora Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani del paese d'Egitto, [8]tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Soltanto i loro bambini e i loro greggi e i loro armenti essi lasciarono nel paese di Gosen. [9]Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. [10]Quando arrivarono all'Aia[16] di Atad, che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebrò per suo padre un lutto di sette [17]giorni. [11]I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: «È un lutto grave questo per gli Egiziani». Per questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del Giordano. [12]Poi i suoi figli fecero per lui così come aveva loro comandato.[18] [13]I suoi figli lo portarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre. [14]Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo padre.

 

Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe.

 

[15]Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». [16]Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: [17]Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così. [18]E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». [19]Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? [20]Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. [21]Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò e fece loro coraggio. [22]Ora Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe visse centodieci anni. [23]Così Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. [24]Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe»[19]. [25]Giuseppe fece giurare ai figli diIsraele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».

[26]Poi Giuseppe morì all'età di centodieci[20] anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.

 



[1] Interpretato astrologicamente, Giacobbe rappresenta il Sole e i suoi dodici figli i dodici segni dello zodiaco. In ciascun individuo esistono le qualità di questi segni, perciò le benedizioni di Giacobbe riguardano ciascuno di noi nel sentiero del progresso spirituale. Queste benedizioni ci trasmettono un’eco degli antichi inni iniziatori e gettano uno sguardo sul futuro dell’umanità. esaminiamole singolarmente, secondo l’analisi di Corinne Heline.

 

[2] Ruben rappresenta l’Acquario (h), sotto il quale l’umanità troverà una nuova energia (nuova forza) nell’aria ma ciò potrà verificarsi solo a condizione che la passione di Marte sia trasmutata nella compassione di Urano.

[3]Simone e Levi sono rappresentanti dei Gemelli (`); essi portarono divisione affinché l’Ego conquistasse l’autocoscienza. Fu loro la conquista della conoscenza del bene e del male, e dello strumento correttore, con violenza, della giustizia. “Un muro” fu scavato fra la coscienza e lo spirito. La riunificazione avverrà attraverso Israele, la riconquista dell’unità divina.

[4] Giuda rappresenta il Leone (b), il segno del cuore. La manifestazione delle più elevate qualità del Leone vincerà ogni distinzione e separazione, aprendo la via alla Fratellanza Universale. Si attendono i pionieri che “oseranno alzarsi” per realizzare ciò a favore di tutta l’umanità. L’ultima parte preconizza l’avvento del “Leone di Giuda”, il Cristo, “al quale è dovuta l’obbedienza dei popoli”.

[5] Zabulon viene sotto i Pesci (i), ultimo segno che completa il ciclo delle esperienze terrene, diventando “l’approdo delle navi”. La vittoria Sidone) sulla materialità sarà alla fine raggiunta.

[6] Issacar, il Toro (_) è colui che, come l’asino, porta i pesi. Questi pesi, le due bisacce, rappresentano i debiti karmici: quando saranno stati tutti portati, l’uomo sarà libero, scoprendo che il “riposo è bello e il paese ameno”.

[7] La vipera che “morde i garretti del cavallo” è lo Scorpione (e), il segno che segue il cavallo, o centauro del Sagittario. Il cavaliere che non cavalca nella direzione della rigenerazione, “cade all’indietro” e non avanza nel sentiero.

[8] Gad rappresenta le forze dell’Ariete (^), le forze marziane che diedero il via alla conquista materiale dell’uomo attraverso la mente personale. Questa mente però un giorno sarà trasmutata in conoscenza universale, e quando ciò si verificherà un insieme di forze potenti saranno a sua disposizione per superare la materia, “le orde che attaccano la retroguardia” ormai superata.

[9] Aser è la Bilancia (d), che si trova nel punto dove spirito e materia si separano. Superando la divisione e ripercorrendo questo punto nel cammino di risalita, l’uomo ritornerà ad essere il “re cui sono fornite delizie”.

[10] Neftali appartiene al Capricorno (g), con il suo slancio verso una altezza superiore e l’abbandono del vecchio. Questa conquista porterà a trionfare nel cielo “come una cerva slanciata” e a pronunciare parole di vita.

[11] Giuseppe è il Sagittario (f), segno dell’aspirazione e della trasformazione della mente. La natura materiale vuole sempre tornare a dominare, ma in Giuseppe “è rimasto intatto il suo arco”; per questo Giuseppe conquistò la mente superiore, ricevendo le benedizioni del cielo. Quando l’umanità avrà raggiunto questo traguardo, la mente Cristica la farà diventare creatrice inaugurando un’epoca gloriosa, nella quale “le attrattive dei colli eterni” saranno sul suo capo come corona.

[12] La profezia finale si indirizza a Beniamino, il Cancro (a), la porta d’accesso all’Iniziazione. Qui la mente superiore (Giuseppe) e l’anima (Beniamino) si uniscono, facendo nascere la vera saggezza e l’infallibile luce dello spirito. Giuseppe e Beniamino, gli unici figli della moglie più amata, Rachele, occupavano un posto speciale nel cuore di Giacobbe. Essi rappresentano le qualità superiori che l’uomo deve sviluppare e indicano il conseguimento al quale egli è destinato.

[13] Il capitolo che chiude la Genesi parla della morte di Giacobbe. Esso in realtà ci vuole mostrare la fine della vita ordinaria, che cessa con il conseguimento dell’Iniziazione, che trascende le limitazioni mortali.

[14] In tutto il Vecchio e Nuovo Testamento il numero quaranta è ricorrente; esso indica un periodo di preparazione. Giacobbe ha superato la prova terrena ed entra ora in una condizione di vita più elevata.

[15] Gli Egiziani simboleggiano la natura inferiore: essa era giunta alla fine e da ora in avanti avrebbe governato la natura superiore.

[16] L’aia è il luogo dove il grano viene separato dalla pula: il processo di trasmutazione avviene.

[17] Giuseppe accompagna il padre mentre questi passava poer i sette gradini della purificazione, per andare “oltre il Giordano”.

[18] I figli di Giacobbe, cioè gli attributi del carattere dell’uomo, sono ora obbedienti all’Io Superiore.

[19] Giuseppe promette all’umanità che sarà portata fuori dalla terra materiale (l’Egitto) e ricondotta verso la terra (la mente Cristica) che Dio le promise.

[20] Centodieci è il numero undici, il numero maestro del conseguimento, elevato alla potenza di dieci. Dopo molti anni di servizio e preparazione raggiunse questa grande altezza. Egli rappresenta l’uomo nel quale la mente Cristica è divenuta operativa sotto la guida dei Signori della Mente, la Gerarchia del Sagittario.